Stefano Dal Corso è morto nell’infermeria de carcere di Oristano, lo scorso 12 ottobre, ufficialmente suicida. Del ritrovamento del corpo, però, non esistono rilievi fotografici, e dalle poche foto del cadavere emergono anche ferite di altri tipo, per esempio alle braccia. Per questo la famiglia Dal Corso, nella persona della sorella Marisa, e l’avvocato Armida Decina chiedono a gran voce che venga effettuata sul corpo di Stefano quell’autopsia già negata in prima istanza dai giudici. Per i quali, invece, la causa della morte di Stefano è pacifica: suicidio per impiccagione. La mobilitazione per fare chiarezza sulla vicenda del 42enne romano, morto in carcere quando la luce in fondo al tunnel iniziava ormai a vedersi (“sarebbe uscito il 31 dicembre 2023, e considerando i vari sconti di pena forse anche qualche mese prima”, spiega l’avvocato Decina), si allarga, e coinvolge adesso anche Ilaria Cucchi, oggi senatrice, ieri (13 anni fa) negli stessi panni di Marisa Dal Corso, costretta a lanciare il proprio appello e a mostrare le foto del corpo del fratello come denuncia direttamente dal Senato della Repubblica.
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