Rosate (MI), Chiesa Prepositurale Plebana di Santo Stefano
Concerto di 8 campane a corda in Sib2 (Fratelli Barigozzi 1888; Re3 Luigi Ottolina 1952)
Distesa completa per la Benedizione Eucaristica impartita a chiusura delle SS. Quarantore
La storia della chiesa di Rosate affonda le proprie radici nell’Alto Medioevo, quando venne istituita la pieve di Santo Stefano. L’originario tempio longobardo venne abbattuto e ricostruito ex novo in stile romanico a partire dal 1059, segno eloquente della crescente importanza che aveva assunto la pieve, fortemente sponsorizzata della famiglia dei conti Rosati di Monteprandone, vassalli dall’arcivescovo Ariberto d'Intimiano. Alla fine del XIII secolo la pieve di Santo Stefano comprendeva ormai tutte le parrocchie dei borghi limitrofi a Rosate, che all’epoca del celebre Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero risultavano essere sedici. L'antichità e l’importanza di Santo Stefano sono attestati dalla presenza di un ampio battistero esagonale, documentato come ancora in funzione in una planimetria dell'edificio disegnata nel 1573. La vicenda della pieve non fu lineare, poiché il sorgere di importanti centri nella medesima area misero in discussione la secolare influenza religiosa del borgo, che pure manteneva un ruolo primario. Rosate fu sede di una chiesa collegiata fino al 1797, anno in cui iniziò progressivamente ad affievolirsi l’influenza che il prevosto di Santo Stefano aveva su tutti i parroci della zona, specialmente quando alcune leggi insensate perché astoriche imposero il passaggio del territorio della pieve sotto il distretto di Pavia. La legge inizialmente emanata nel 1786 dall'imperatore Giuseppe II fu sapientemente annullata dal fratello Leopoldo II nel 1791, per poi essere nuovamente ricuperata nel 1815. Il decreto rimase in vigore almeno fino a tutto il 1859, anno in cui l'annessione piemontese di tutto questo territorio comportò la restituzione alla provincia pavese del suo territorio storico, consentendo il ritorno di quelli appartenuti a Milano alla legittima diocesi. Dopo aver subito alcuni mutamenti stilistici nel corso dei secoli, la chiesa di Santo Stefano venne completamente ricostruita nelle forme attuali a partire dal 1836. Nel 1803 erano stati intrapresi i primi lavori su iniziativa del prevosto Giandomenico Rognoni, che aveva fatto rialzare il campanile della prepositurale. Il primo progetto di edificazione della nuova chiesa fu presentato nel 1827 da Luigi Cagnola, esponente di punta del neoclassicismo che aveva edificato l'Arco della Pace di Milano. Il progetto da lui presentato fu giudicato eccessivamente dispendioso, motivo per cui si decise di ripiegare su quello più semplice presentato dall'architetto Annibale Ratti, che mirava a ricuperare il campanile e alcune parti dell’antico presbiterio. La cifra necessaria alla realizzazione del nuovo tempio venne reperita stilando un contratto con il Pio Istituto Elemosiniere di Pavia, che sommava il prestito offerto dal rosatese Mario Corsi e la vendita delle chiese di San Salvatore e San Martino, concedendo alla parrocchia la possibilità di officiare in quest'ultima fino al completamento della nuova prepositurale. Durante una perizia tecnica sulle condizioni del castello ligneo che sorreggeva le cinque campane ci si rese conto delle precarie condizioni di quest'ultimo, motivo per cui all’inizio del 1887 venne imposto l'arresto del suono delle campane. Il concerto fu calato dalla torre e rifuso l'anno seguente, in attesa della sostituzione dell’incastellatura di sostegno. La fonderia Barigozzi, che aveva da poco fuso le otto campane, realizzò una caratteristica cella campanaria ottagonale in ghisa, che contribuì a far raggiungere al campanile gli attuali 48 metri di altezza. La monumentale opera dei fratelli Barigozzi durò nella sua integrità fino al 1952, anno in cui la sesta campana dovette essere rifusa a seguito di un'incrinatura. Nel 1972 il sinodo diocesano voluto dal cardinale Giovanni Colombo andò formalmente ad abolire la pieve di Rosate, che ottenne la possibilità di continuare a nominare canonici i preti residenti e conservò per il parroco il titolo di prevosto. Nel 2010 si decise di ripristinare l’antica tastiera per il suono manuale delle campane, evento che coincise con la solenne festa patronale di fine maggio; l’iniziativa di alcuni volontari della parrocchia ha portato nel 2022 alla revisione generale dell'impianto delle campane, alle ruote delle quali sono state riappese le sei corde mancanti per poter nuovamente suonare a mano il concerto solenne a otto.
Un ringraziamento al sacrestano Roberto e al prevosto don Maurizio.
0:00 Intro
0:33 Distesa
#campane #tradizioni #italia #cultura #chiesa #arte #4k #milano #eucaristia #festa #benedizione #chiesacattolica #concerto
Le campane di Rosate (MI) - Distesa
Теги
campane di rosatesinos da igrejavolteo campanasglockenclochescampanileclopote bisericacampanile che suonaplenum campanebellscatholic churchdzwony kościelnevideo 4kcathedral bellscampanecampane che suonanopianura padanapanoramabenedizione eucaristica교회campane chiesabell soundautumn vibescampane a festasante quarantorepadiglione italiacampane suonate a cordacampanarocampane rosatesanto stefanogolden hourconcerto campane