Qual è il significato di vetrina all’interno di un museo etnografico, o meglio qual è il significato del museo che è esso stesso a suo modo una vetrina? È la domanda a cui prova a rispondere il progetto Exposure, una riflessione che parte dal mudec, il museo delle culture di Milano e dal 1° marzo all’8 settembre invita il pubblico ad entrare nella grande vetrina del museo per comprendere i molteplici significati che un oggetto esposto può assumere in una teca espositiva, che da un lato protegge e valorizza l’opera ma dall’altro la decontestualizza dal suo contesto originario. Una riflessione che si sposta attraverso tre spazi espositivi del museo.
Così dopo le sculture tessili appese al soffitto dell’agorà e la rivisitazione della figura del coccodrillo che si torva sospeso per aria anziché in una teca o meglio ancora nel letto di un fiume, si arriva alle due sale dalla nuova installazione dove protagonista è la vetrina in tutti i suoi significati.
Nella seconda sala invece la vetrina viene riletta secondo il punto di vista di alcuni artisti contemporanei, che riflettono sulla serialità che viene creata dai frammenti archeologici che vengono neutralizzati e decontestualizzati all’interno delle vetrine.
Exposure così diventa non solo una mostra ma una serie di episodi, a cui si legano anche diverse iniziative, come un ciclo di incontri e un podcast che va oltre la vetrina.
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