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Strage di Ustica, Giuliano Amato quarantatre anni dopo, perché? Per svelare il segreto di Pulcinella? Per affossare la Francia di Macron? Per esporre al tiro incrociato internazionale il governo Meloni? Per denunciare i depistaggi e le coperture dei militari? Per imbarazzare la NATO? Per vuotare il sacco, raccontando tutta o mezza verità? Oppure per insabbiare clamorosamente la pista del missile Israeliano? Non certo per demenza senile, Amato ha parlato. E un’altra cosa è certa: la verità storica è diversa dalla verità processuale e tra Ustica e Bologna, nel 1980 l’Italia è stata in guerra!
Un MiG-23 libico. Un AWACS, molti F-111 e C-141, due F-5 e due F-14 americani. Quattro F-104 italiani. Alcuni Mirage francesi. Una portaerei e la sua Task Force. Questo il micidiale cocktail che ruota attorno al DC9 italiano ed ai suoi 81 occupanti fino alla sua drammatica conclusione, cadutI nel Mar Tirreno meridionale alle 20:59 del 27 giugno 1980, nel tratto compreso tra le isole italiane di Ponza e Ustica. Erano sul I-TIGI Itavia nella rotta Bologna-Palermo.
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