Bruxelles (askanews) - La parola chiave è "relocation": rilocazione, ovvero ripartizione obbligatoria per quote degli immigrati tra tutti i Paesi membri dell'Unione europea. Per la precisione sono 120mila i rifugiati che da Italia e Grecia dovranno trovare ospitalità in altri Stati membri, esclusi tuttavia i Paesi con l'out-out (sicuramente il Regno Unito, forse non l'Irlanda e la Danimarca). È questa la decisione presa a maggioranza dal Consiglio dei ministri dell'Interno dell'Unione, riuniti a Bruxelles, con un voto che ha visto contrari quattro Paesi: Romania, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria e l'astensione a sorpresa della Finlandia.
La ripartizione dei rifugiati questa volta non è più "volontaria" come per la prima misura simile, adottata il 14 settembre.
L'Ungheria, a quanto sembra, non dovrà accogliere alcun rifugiato proveniente da Italia e Grecia, perché la proposta originaria prevedeva che anche da questo Paese fossero ricollocati circa 54mila rifugiati.
Secondo il presidente della Camera, Laura Boldrini, l'accordo nell'Ue sui rifugiati "è un grande risultato, è la prima volta che passa l'idea della suddivisione dell'onere in materia di asilo".
I leader europei si incontreranno di nuovo nella serata del 23 settembre per un vertice straordinario, convocato dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk che si concentrerà sul rafforzamento dei confini esterni dell'Unione e sul finanziamento di Paesi che accolgono i rifugiati siriani, quali Turchia, Giordania e Libano, oltre che delle agenzie Onu.
Intanto, il presidente americano, Barack Obama - dopo una telefonata con la cancelliera tedesca Angela Merkel - ha invitato i Paesi europei ad accettare una "giusta quota" di rifugiati.
(Immagini Afp)
Ещё видео!