Di questo passo sarà impossibile continuare a lavorare: dopo i disagi della pandemia ora il caro gasolio, gli autotrasportatori lanciano un grido d’allarme su un settore che sconta, al pari di altri, le difficoltà indotte dall’aumento dei prezzi del petrolio con cui tutti stanno facendo i conti da alcune settimane. Secondo le notizie di oggi Gabriele Saccardi, camionista di Voghera, a fronte di rincari nell’ordine del 30% sul gasolio, materia prima per eccellenza per chi opera nel suo settore, ed altri sui pedaggi autostradali, corrispondono ritocchi all’insù delle tariffe nell’ordine di pochi punti percentuali.
Saccardi
Oltre ai problemi contingenti e immediati, secondo il camionista di Voghera, ci sono questioni irrisolte e tutte italiane, che non fanno che alimentare una spirale di difficoltà per gli autotrasportatori. Parla, per esempio, del tema del fermo macchina che, nel nostro Paese, diventerebbe spesso merce di scambio per contrattazioni al limite della legalità. “Quando entri in una logistica francese - spiega Gabriele - sai che entro un’ora e mezza sarai fuori. Perché sanno che oltre quel limite di tempo, se ci mettono di più a scaricare, dovranno corrisponderti una tariffa per il fermo del mezzo. E tutto funziona alla perfezione. In Italia - spiega - sai quando entri e non sai quando esci, perché ci sono tanti furbetti che abbuonano le ore di fermo in cambio di appalti o favori”.
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