Castro Marina sorge in un punto della costa salentina ricco di grotte naturali, come la grotta Zinzulusa.
Per gli appartenenti alla Chiesa cattolica della locale parrocchia la protettrice è la Madonna del Rosario di Pompei i cui festeggiamenti si svolgono nel mese di agosto con una processione di barche in mare.
Appare sempre più certo che il nucleo principale di Castro Marina, attestato sullo sbocco al mare dell'ampio Canalone di Castro, è un antichissimo ambiente rupestre con frequentazione a partire almeno dall'età del bronzo. Alcune sepolture protostoriche sono state rinvenute in occasione dei lavori di sistemazione stradale. Il complesso rupestre, favorito dalla pendenza dei versanti e dal facile taglio della tenera roccia calcarenitica, ha avuto fasi di sviluppo e frequentazione differenti legate probabilmente alle ragioni stesse dell'insediamento. La frequentazione protostorica è da legarsi alle stesse ragioni di frequentazione di tutti gli altri ambienti ipogei costieri (rifugio naturale, disponibilità di acque dolciastre, ecc.);
In epoca ellenistica, dal IV secolo a.C. fino alla dominazione romana, l'area costituisce un'ampia cava di estrazione di blocchi calcarenitici necessari a realizzare l'imponente fortificazione dell'Acropoli superiore. In epoca romana probabilmente si struttura un piccolo porticciolo, mentre nel Medioevo, in occasione delle ricorrenti invasioni barbariche che flagellano i centri più esposti sulle principali strade di comunicazione, ritrova un discreto utilizzo come abitato rupestre vero e proprio. Probabilmente le dinamiche demografiche seguono quelle del centro fortificato superiore per molti secoli fino all'inizio della seconda metà dell'Ottocento che ci presenta un piccolo insediamento rupestre abitato ancora solo da pochissimi pescatori.
Grotte della Zinzulusa
La Zinzulusa è una grotta naturale costiera, che si trova lungo il litorale salentino tra Castro e Santa Cesarea Terme.
Le acque antistanti sono attrezzate per la balneazione, e molto apprezzate per la loro pulizia e limpidezza.
La denominazione della grotta deriva dal termine dialettale "zinzuli", stracci, ed è dovuta alle formazioni carsiche, in particolare stalattiti, che pendono dal soffitto come fossero stracci appesi. La formazione della grotta, avvenuta per erosione marina, è ricondotta al periodo del Pliocene.
La grotta, idealmente divisibile in tre zone (ingresso, cripta e fondo), è invasa da acque sia marine che dolci sorgive, limpidissime e fredde. È particolarmente interessante dal punto di vista faunistico la presenza di poriferi, organismi generalmente non adatti ad ambienti isolati; in generale la grotta è ospite di una inusuale diversità biologica, con anche specie endemiche della grotta.
Fu il Vescovo di Castro, Antonio Francesco del Duca, nel 1793, a scoprirla. Tuttavia, i primi studi iniziarono solo 150 anni dopo, nel 1950, e fu aperta la pubblico nel 1957.
I nomi e le date sono stati scritti col guano dei pipistrelli dagli operai che negli anni 1940 ripulirono la grotta ricoperta per 7 metri dal guano (solidificato).
La grotta si articola in tre parti:
(ingresso) - si caratterizza per la grande varietà e quantità di stalattiti e stalagmiti che hanno una straordinaria somiglianza con oggetti. In questa zona, attraverso un lungo corridoio denominato delle Meraviglie si trova un piccolo lago, di acqua limpidissima dolce mista a infiltrazioni marine, chiamato Trabocchetto.
(cripta) - la grotta continua con una grande cavità denominata cripta o Il Duomo, caratterizzata da pareti lisce alte fino a 25 metri; questa parte di grotta pare risalire al Cretacico. La grotta era abitata da un gran numero di pipistrelli, che l'avevano ricoperta con il loro guano per 5, 7 metri. Il guano, solido e su cui era possibile camminare, fu estratto negli anni 1940 da operai che crearono anche i camminamenti interni, oggi usati per le visite turistiche. Rimangono nella grotta poche decine di pipistrelli, che la abbandonano la notte.
(fondo) - è la parte terminale della grotta, che giunge fino a 160 metri oltre l'ingresso, anch'essa ricavata in rocce cretaciche, e ospita il piccolo bacino chiuso del Cocito. Le acque sono caratterizzate da una stratificazione: nella parte bassa sono calde e salmastre mentre in superficie sono dolci e fredde.
La grotta presenta ulteriori bacini interamente sommersi, esplorati fino a 250 metri dall'ingresso.
Nel 1968 proprio in questa grotta furono girate da Carmelo Bene alcune sequenze del film Nostra Signora dei Turchi.
Fonte Wikipedia
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