L’acciaieria dell’ex Ilva di Taranto, se dovesse presentare pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini, dovrà sospendere l’attività. Una sentenza storica, quella della Corte di Giustizia dell’Unione europea, che si è espressa sul ricorso avanzato da cittadini e associazioni contro l’impianto siderurgico. Dovrà essere il Tribunale di Milano, a cui era stato inizialmente indirizzato il ricorso, a valutare i rischi per l’ambiente e per la salute umana, che l’Unione europea ha incluso nella Carta dei diritti fondamentali.
Il punto centrale della sentenza riguarda la nozione di inquinamento ai sensi della direttiva europea sulle emissioni industriali: per i giudici del tribunale con sede in Lussemburgo, i danni all’ambiente e alla salute umana vanno valutati non solo nel corso del rilascio delle autorizzazioni all’esercizio, ma anche nelle successive procedure di riesame. Già nel 2019, la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva accertato la dannosità dell’ex Ilva per l’ambiente e per la salute dei cittadini di Taranto, ora la Corte di Giustizia Ue ha riconosciuto che l’attuazione delle misure di riduzione dell’impatto ambientale è stata continuamente rinviata.
I cittadini di Taranto avevano chiesto lo stop all’attività dell’impianto al Tribunale di Milano, che si era poi rivolto alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per chiedere se la normativa italiana e le deroghe speciali applicabili all’acciaieria fossero in contrasto con la direttiva comunitaria sulle emissioni industriali. I giudici europei hanno dato torto alla passata amministrazione dell’Ilva e al governo italiano, sostenendo che non possono essere fissati valori limite per le sostanze inquinanti la cui emissione era prevedibile, ma che vanno monitorate le emissioni di tutti gli inquinanti effettivamente generate dall’installazione all’esercizio dell’impianto.
Molto soddisfatti, ovviamente, gli avvocati dell’associazione Genitori Tarantini, che avevano presentato il primo ricorso al Tribunale di Milano. La sentenza, infatti, ha finalmente stabilito che la valutazione del danno sanitario è essenziale per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale e che, senza valutare l’impatto ambientale e sanitario, non potrà esserci alcuna attività industriale.
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