Tasse, tasse e ancora tasse: questo è quello che dicono la maggior parte dei contribuenti costretti ogni anno a sborsare somme considerevoli per regolarizzarsi nei confronti dello Stato.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento della pressione fiscale anche sugli investimenti finanziari.
Le imposte sui rendimenti conseguiti dal risparmiatore, persona fisica, sono di due tipi:
- "Redditi di capitale" (interessi e dividendi);
- "Redditi diversi" (plusvalenze e minusvalenze derivanti dalla compravendita).
L'imposta viene pagata al momento della percezione del reddito da parte dell'investitore.
La tassazione è al 12,5% se relativa a titoli pubblici italiani (come i titoli di stato) o titoli degli enti sovranazionali (come Bei la Banca europea per gli investimenti e Birs la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo).
Viene applicato il 26% per tutti gli altri titoli privati come ad esempio azioni o obbligazioni societarie.
Stessa distinzione se l'investimento avviene in maniera indiretta tramite l'utilizzo di contenitori di investimento come fondi comuni e prodotti assicurativi. Nel caso in cui i contenitori contengano sia titoli pubblici che privati la tassazione avviene facendo una media ponderata tra il 12,5% e il 26%.
Ma non finisce qui visto la presenza dell'imposta di bollo, altra sul risparmi che può essere di due tipi:
- Proporzionale con aliquota dello 0,20%, su tutti i prodotti finanziari (con esclusione dei fondi pensione e delle polizze vita tradizionali come le gestione separate);
- Fissa pari a 34,20 €, su ciascun conto corrente e su ogni libretto di risparmio bancario e postale, se il valore medio di giacenza annuo supera i 5.000 €.
Se vuoi ridurre il peso del fisco sugli investimenti due ultime idee ti possono essere utili:
- Investi nei Pir (piani individuali di risparmio) per un tempo di almeno 5 anni e avrai l'esenzione dalla tassazione dei redditi di natura finanziaria. Istituiti con la legge di bilancio 2017 con l'obiettivo di canalizzare il risparmio delle famiglie verso le imprese italiane, visto che almeno il 70% deve essere allocato in strumenti finanziari di emittenti italiani. Ciascuna persona fisica può mettere al massimo 30.000 € all'anno entro un limite complessivo non superiore a 150.000 €.
- Anche in finanza non tutti i mali vengono per nuocere questo perché le perdite generate dalla compravendita dei titoli, possono essere utilizzate per compensare nei quattro anni successivi utili di natura finanziaria. Ma attenzione perché le minusvalenze essendo redditi diversi, non possono compensare i redditi da capitale come interessi e dividendi, un anomalia tutta italiana, che speriamo che il legislatore sani al più presto.
Quando investi i tuoi soldi presta grande attenzione all'aspetto fiscale, perché le tasse sono come le minigonne, oltre un certo limite non possono andare, ma ahimè ci si sbaglia sempre.
Ещё видео!