IL NOSTRO NO ALL'ITALICUM
Guardando questo provvedimento ho cercato di immaginarne un filo conduttore, un nome, e mi è venuto in mente che, chiamandosi Italicum, si poteva a ricordare un bellissimo saggio di Alberto Arbasino, che si chiamava Un paese senza.
Ecco, io, se dovessi discutere in pubblico e descrivere questo progetto di legge elettorale, direi che è «una legge elettorale senza», perché è una legge elettorale senza la parità di genere, una parità di genere che non è una concessione -- è stato detto in autorevoli interventi da colleghe e colleghi di questo Parlamento -- è una condizione naturale della rappresentazione della società, è qualcosa che dovremmo considerare connaturato alla nostra ricerca di rimozione delle diseguaglianze.
È una legge elettorale senza la possibilità di scegliere, perché avete scelto di continuare sulla strada delle liste bloccate. State cercando di dire, fuori da quest'Aula, che una lista bloccata più breve, fino a sei candidature conoscibili, in realtà non sia bloccata. Ma io voglio dire a chi è fuori di qui, che quelle liste bloccate in 120 collegi plurinominali in effetti eleggeranno quasi sempre solo il capolista. E siccome non avete voluto la parità di genere, i capi partito decideranno su principi di affidabilità, che, come si sa, sono innanzitutto principi maschili di affidabilità; una incapacità di mettere in pratica quella volontà della gran parte dell'elettorato di scegliere con due preferenze -- un uomo e una donna -- su liste che non avessero capi lista ripetuti e, quindi, si potrà avere nella vostra regione, in Campania piuttosto che in Puglia o in Lombardia, magari lo stesso nome che si ripete stancamente in tutti i collegi, alla faccia di quello che diceva la Consulta rispetto alla lunghezza effettiva delle liste bloccate.
Una legge elettorale senza milioni di cittadini, perché in ossequio a quelli che sono i chiodi con cui avete inchiodato questo Paese su questa legge elettorale, che è una croce -- i chiodi li ha messi Verdini, si chiamano liste bloccate e si chiamano sbarramento all'8 per cento -- lo avete fatto perché a Forza Italia dev'essere più semplice richiamare all'ordine chi, come anche in quest'Aula, parla contro questa proposta di legge e poi vota a favore. Penso che voi abbiate dimenticato, in queste alchimie di partito, che mettere una soglia dell'8 per cento, che c'è solamente in Russia, al 7 per cento, e in Turchia, al 10 per cento, significa escludere milioni di cittadini, che autonomamente vorrebbero organizzarsi indipendentemente da quelle che sono le volontà dei partiti principali. Un Paese senza rappresentanza adeguata in Trentino Alto Adige. Si è detto, all'interno di quest'Aula, di come si stanno modificando proprio su misura di quelli che sono i contraenti di questo patto: un Paese con le coalizioni al 12 per cento, senza la possibilità di mettersi insieme, con soglie di sbarramento alte anche dentro le coalizioni.
Una legge elettorale senza la certezza del voto: voti, come ha spiegato il collega Bragantini prima, la Lega al nord ed eleggi un leghista con lo 0,1 in Molise. Ma come si fa a concepire un meccanismo di questo genere, un tale flipper che impedisce ai cittadini di poter contribuire sinceramente all'elezione di chi poteva essere il proprio rappresentante ? Noi, noi, abbiamo difeso fino alla fine la legge Mattarella, quella dei collegi uninominali, non quelli che l'hanno portata qui dentro come una bandiera e un vessillo e poi l'hanno lasciata cadere, e lo dico soprattutto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: con i vostri voti avremmo potuto far passare il Mattarellum ed impedire questo scempio.
Una legge senza il conflitto di interessi. C'è stato autorevolmente spiegato, con linguaggio quasi leguleio, che non si potevano fare degli emendamenti troppo rabberciati: e perché non li avete fatti voi di migliori, care colleghe e cari colleghi del PD, esperti del diritto e del conflitto di interesse ? Perché non li avete fatti voi ? Perché, come qualcuno ha detto, non era il momento. Io penso che da vent'anni non è il momento del conflitto di interessi e oggi questo conflitto di interessi non riesce neanche a superare la prova di un semplice emendamento che stabilisce le incompatibilità.
È un Paese e una legge elettorale senza il voto per le primarie. Non basta dire: le faremo noi. Le avremmo gradite maggiormente se fossero state uno strumento all'interno del quale selezionare queste liste corte con la preferenza e con le primarie. ...
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