LE POLEMICHE/ La scelta delle Foibe, della citazione di Mussolini e di Primo Levi hanno sollevato la questione dell'appropriatezza delle tracce scelte. Secondo lo storico Lucio Villari le tracce scelte non sarebbero adatte ai maturandi, ma piuttosto a degli storici di professione: «Né Primo Levi né le foibe sono argomenti di cui gli studenti sono, purtroppo, bene informati. Il tema letterario ha una sua dignità perché si riferisce a Levi, uno scrittore di grande importanza. Il tema storico sulle foibe si presta invece a strumentalizzazioni. Stando alla traccia non si tratta solo di parlare delle foibe ma di un arco temporale di dieci anni, con l'obiettivo di spiegare le vicende del confine orientale. Francamente mi sembra un argomento complesso, non certamente da ragazzi, piuttosto da studiosi.
Dello stesso avviso il filosofo Massimo Cacciari che ha parlato di tracce complesse, seppur di interesse. Secondo Cacciari: «L'opera di Primo Levi e le foibe sono temi indubbiamente interessanti, ma per scriverne sensatamente da parte degli studenti bisogna che gli insegnanti abbiano affrontato specificamente tragici argomenti della storia come la Shoah, i genocidi, la seconda guerra mondiale. Altrimenti i maturandi possono aver corso il rischio di scrivere due o tre sciocchezze. Mi auguro comunque che chi ha svolto questi temi abbia scritto cose sensate».
Per Renato Farina, deputato del Pdl e componente della commissione Cultura, le tracce scelte danno una dimostrazione di apertura mentale: «I temi proposti oggi dimostrano un'apertura mentale e una capacità di uscire dagli schemi angusti di un certo provincialismo della cultura scolastica e ministeriale. La scelta di includere una citazione di Benito Mussolini tra quelle degne di essere commentate ha una forza dirompente rispetto ai conformismi che hanno dominato per decenni le cattedre e le circolari. Si può cominciare a guardare la storia senza paraocchi. Così come affrontare la questione delle foibe rompe un tabù vergognoso».
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