👉 Oggi voglio rispondere a una domanda che mi fanno spesso: cosa succede alle batterie una volta concluso il loro ciclo di vita sulle auto elettriche? Molti credono che si debbano buttare via. Ma non è vero!
👉 Dopo un certo numero di anni le batterie perdono capacità. È un processo naturale che interessa tutti i device elettronici, pensate ai vostri smartphone che dopo qualche anno faticano ad arrivare a fine giornata. La maggioranza della Case costruttrici offre una garanzia di 8 anni/160mila km per gli accumulatori. Alla prova dei fatti si è visto che terminato questo periodo le batterie non vanno buttate, ma c’è una perdita di efficienza compresa tra circa il 10 e il 20%.
👉 Il calo non influisce sulle performance complessive dell’auto elettrica, implica solamente una riduzione dell’autonomia. Batterie esauste con capacità residue intorno al 70% sono considerate ancora efficienti e possono essere utilizzate per altri impieghi.
👉 Per prima cosa, le batterie si possono riparare. Oggi alcune officine, anche in Italia, si stanno specializzando nel ripristinare le batterie: le smontano, le aprono e verificano ogni singola cella per poi cambiare solo quelle esauste. Il calo di capacità, infatti, può essere causato non da un "crollo" generale del pacco, ma da alcuni elementi, specie, quelli più vicini al poli o quelli che hanno minor raffreddamento. Cambiando quelli, spesso si ripristina anche il 90% della capacità.
👉 Se proprio il pacco è da sostituire, nessun problema, c'è quella che si chiama "second-life", seconda vita per la batteria: gli accumulatori non più efficienti per le auto possono essere impiegati per gli usi statici, come i sistemi di accumulo energetico. Se ci pensate ha senso: produrre le batterie costa un sacco di soldi e anche se non garantiscono più il 100% di
efficienza, sono comunque adatte allo stoccaggio.
👉 Per esempio Audi ha dato vita a fine 2021 a un progetto pilota in collaborazione con RWE per un impianto di accumulo di energia in Germania che riutilizza batterie provenienti da prototipi della gamma e-tron. Nel nuovo sito di stoccaggio di Herdecke potranno essere immagazzinati fino a 4,5 MWh di elettricità.
👉 Rimanendo in tema, Volkswagen nelle scorse settimane ha attivato, presso la fabbrica di Zwickau, un parco di ricarica rapida alimentato in gran parte da moduli di celle usati, ricavati dai modelli ID.3 e ID.4. I 96 pacchi batteria di “seconda vita” garantiranno una capacità netta di 570 kWh.
👉 E quando invece gli accumulatori sono proprio esausti? Qui entrano in gioco lo smaltimento e il riciclo dei materiali. Le batterie agli ioni di litio contengono al loro interno metalli potenzialmente inquinanti come nichel, cobalto e manganese. Diversi studi sull’argomento ci dicono che la maggior parte di questi materiali non viene recuperato, ma purtroppo finisce in discarica.
👉 Quando vengono invece vengono smaltite, le batterie al litio vengono portate presso impianti specializzati nel trattamento dei materiali inquinanti. Siccome sono ancora pochi quelli presenti nel Vecchio Continente, il processo è molto costoso. Non allarmatevi, perché il riciclo sarà il futuro degli accumulatori esausti. Con il sì votato a marzo dal Parlamento Europeo lo smaltimento delle batterie dovrà interessare il 100% di quelle montate sulle auto elettriche. Dal 2030 verranno fissati livelli minimi di metalli riciclati presenti negli accumulatori, una percentuale che aumenterà ulteriormente entro il 2035.
👉 Il metodo principale per dare “nuova vita” alle batterie è quello idrometallurgico. Smontate in singoli moduli, spogliate di materiali come alluminio, rame e plastica, sono schiacciate attraverso un trituratore meccanico che recupera la cosiddetta “polvere”. Da quest’ultima si estraggono i singoli metalli e si possono riciclare oltre il 90% delle batterie.
👉 Eliminando nuove estrazioni del litio si possono, ad esempio, risparmiare quasi 2.000 litri di acqua per ogni tonnellata di materiale, ridurre le emissioni dei processi produttivi ed essere meno
dipendenti dai Paesi estrattori. Poche settimane fa è entrato in funzione in Norvegia, il più grande
impianto europeo dedicato al riciclo delle batterie usate. Il sito di Hydrovolt, frutto della joint-
venture tra Northvolt e Hydro, lavorerà fino a 12.000 tonnellate di pacchi batterie all’anno con
l’obiettivo di arrivare fino a 300.000 nel 2030.
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