TG VICENZA (giovedì 11 luglio 2019) - Tutti sapevano e nessuno sapeva. I non ricordo sono il ritornello di questo lungo processo per il crack della banca popolare di Vicenza tornato temporaneamente a palazzo di giustizia a Vicenza, causa lavori all'aula bunker di Mestre. Continuano a sfilare i testi dell'accusa tra imprenditori e funzionari dell'ex banca che in quegli anni dal 2009 al 2015 hanno comprato o piazzato azioni dell'istituto di credito veneto, ed in particolare le cosiddette “baciate”. Ad aprire la giornata è Luca Ferrarini, imprenditori emiliano nel settore degli insaccati e dell'agro alimentare, oggi con le aziende in concordato dopo che banca intesa gli ha chiesto di rientrare del debito finanziato a suon di acquisizioni di azioni di Bpvi e Veneto Banca per milioni di euro
Ma lui Zonin lo avrebbe incontrato solo a qualche cena, il tutto avveniva tramite i direttori di filiale. Finanziamenti, azioni che, come testimoniato da funzionari di banca, direttori di filiale proponevano a grossi imprenditori in base ad una linea d'azione che secondo i testi arrivava direttamente e solo dall'ex direttore di Bpvi Sorato e da direttori di Mercato come Giustini. L'ex presidente Zonin, con lui ci sarebbero stati solo incontri a qualche riunione o cena. ([ Ссылка ])
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