"Non è un buon periodo.Vi assediano i problemi di sempre. Avete avuto una buona intuizione...ma non basta. E' venuto il momento di affrontare le questioni sospese. Accettate i rischi che la nuova situazione comporta; abbiate coraggio e intraprendenza: chiedete la luna!"
Lietamente frugando negli anfratti sentimentali della nuova generazione, così vitale nella sua insicurezza, il secondo film dell'ascolano trentottenne Giuseppe Piccioni è un'«operina morale» molto simpatica per il suo garbo narrativo e la tenerezza del suo sguardo.
Le mutazioni portate nei protagonisti da quelli con cui si incontrano, il posto che hanno l'amore e il denaro, il gioco di specchi in cui gli stati d'animo privati si riflettono in sentimenti collettivi sono espressi dal film con un linguaggio fresco e leggero caratterizzato dai frequenti colpi di sterzo, a cui fanno da controcanto scorci di paesaggio italiano colti fuori d'ogni retorica turistica. Si tratta d'un cinema che cresce con i suoi personaggi.... A darcene conferma ecco anche gli attori: la Margherita Buy che disegna la figurina di Elena in modo da fare emergere l'altruismo e l'orgoglio dietro l'immagine disastrosa di una donna che si butta via e crede nell'oroscopo; e il Giulio Scarpati su cui il nostro cinema può contare per figure fondate sul concentramento psicologico.
Da LIndipendente, 8 ottobre 1991 (Giovanni Grazzini )
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