A Reggio Emilia lo screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero rivolto alle donne di 25-64 anni compie 25 anni. Già negli anni ’70 esistevano gli ambulatori ostetrici territoriali nei quali era possibile eseguire il prelievo citologico e dove le ostetriche promuovevano una corretta informazione sui temi della salute al femminile: le donne allora accedevano per passaparola e l’adesione era legata alla “gentilezza e affabilità” dell’ostetrica. Oggi lo screening organizzato, gratuito, attivo e capillare sul territorio si è radicato nella cultura femminile come conquista e diritto della donna all’autodeterminazione e all’accesso ai servizi consultoriali, non solo per tematiche legate alla fertilità e alla riproduzione. L’adesione al programma di screening è il risultato di un lungo processo di interlocuzione tra servizi e utenza, che da una parte ha sollecitato la sanità a una assunzione di co-responsabilità e dall’altra ha sostenuto la maturazione della cultura della prevenzione dal passaparola all’adesione consapevole.
La persona e la comunità assumono un ruolo centrale anche grazie ad “azioni finalizzate ad accrescere la capacità degli individui di agire per la propria salute e per quella della collettività e di interagire con il sistema sanitario attraverso relazioni basate sulla fiducia”. E dopo la pandemia da Covid 19 è importante riaprire questa interlocuzione, prendendo atto dei cambiamenti avvenuti nel frattempo e con la consapevolezza che la costruzione dei percorsi di prevenzione e di salute non può prescindere da un processo di analisi dei fabbisogni e di ascolto.
Il programma di screening di Reggio Emilia è stato di recente coinvolto in un progetto di rendicontazione e Bilancio sociale, che ha offerto le basi per strutturare un dialogo con i principali portatori di interesse, per incorporare il loro punto di vista all’interno del processo di assistenza e per responsabilizzare i diversi attori nel perseguimento dell'obiettivo comune della prevenzione oncologica.
Ne è scaturito, nell’ottica di raggiungere in modo immediato e fruibile tutti i cittadini, un videoclip di promozione di adesione allo screening con traduzione in LIS (lingua dei segni italiana).
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