L’ortopedia nasceva a Bologna nel 1896 quando fu inaugurato l’Istituto Rizzoli. Due anni dopo, a Livorno nasceva un paziente. Il piccolo era affetto da spina bifida e mielomeningocele, una patologia che gli procurò una grave deformità alle gambe. Venne ricoverato all’Istituto Ortopedico Rizzoli nel 1903 ed operato dallo stesso prof. Codivilla con il suo geniale intervento che ha reso famoso il nome del Rizzoli nel mondo. Crebbe il paziente passando l’adolescenza dentro e fuori al giovane Istituto Rizzoli per continuare le cure e diventare autonomo nel camminare, e crebbe anche la fama del Rizzoli nel mondo. Studiò a Pisa e si laureò. Giovane medico ex paziente tornò al all’ Istituto Rizzoli per fare l’ortopedico. Allievo di Putti, si appassionò alla ricerca, fece carriera diventando primo aiuto poi professore di Ortopedia. Nel 1931 si trasferì a Parma, primario di ortopedia dell’Ospedale Maggiore e fondatore della Clinica Ortopedica dell’Università. Nel 1938 vinse il concorso alla cattedra di Ortopedia per dirigere l’istituto Gaetano Pini di Milano, ma il destino gli fu avverso. Non potè prendere servizio in quanto ebreo. Non si perse d’animo, si spostò con la famiglia in Perù dove sostenne nuovamente tutti gli esami per laurearsi nuovamente in Medicina. Diventò primario dell’Hospital Hobrero di Lima, e portò l’ortopedia del Rizzoli in Sud America. Nel 1947 riuscì a dare alle stampe un libro sul quale aveva lavorato tutta la vita: il primo Manuale di Ortopedia che raccoglieva tutta la sua esperienza di clinico e ricercatore maturata prima al Rizzoli di Bologna e successivamente all’Università di Parma ed infine a Lima. Un testo di 800 pagine con foto di pazienti curati da ogni tipo di deformità. Stampato in lingua spagnola è stato il testo ortopedico di riferimento di tutto il Sud America. Fece appena in tempo a vederne stampate le prime copie, perché morì improvvisamente di infarto a 49 anni. Giulio Faldini si chiamava, era mio nonno.
Ещё видео!