Quando le hanno fatto notare che la Banca d’Italia per l’anno prossimo stima una crescita del Pil dello 0,6%, la metà rispetto all’1,2% stimato dal governo, Giorgia Meloni ha risposto che “tutti i paesi europei hanno previsioni aggiornate” e ha fatto notare che “l’Italia per la prima volta ha una crescita superiore alla media Ue”.
Ma questa risposta è fuorviante, perché i dati citati da Meloni riguardano il 2023 e non il 2024, come invece le è stato chiesto.
Secondo le previsioni pubblicate dalla Commissione Ue a metà novembre, l’Italia l’anno scorso ha avuto una crescita del Pil dello 0,7%, cioè 0,1 punti più della media Ue, che è lo 0,6%. Ma già questo dato si presta a due osservazioni. La prima, è che la crescita 2023 stimata dalla Ue è comunque inferiore a quella prevista dal governo a fine settembre, che aveva stimato +0,8 per cento. La seconda è che l’andamento dell’economia nel 2023 è soprattutto l’effetto della politica del governo Draghi, più che di quello Meloni, in carica solo dalla fine di ottobre del 2022.
Le scelte del governo Meloni produrranno i loro effetti sul 2024, un anno che possiamo considerare tutto del governo Meloni. E qui la Commissione Ue stima una crescita del Pil che per i paesi Ue in media è dell’1,3%, mentre per l’Italia stima una crescita dello 0,9%, dunque la previsione di Bruxelles è che l’Italia crescerà meno della media Ue. Allora sostenere, come ha fatto la presidente del Consiglio, che l’Italia cresce più della media Ue è una balla.
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