[ Ссылка ] del 06/10/23,
riprese con GoPro H9 e H11.
Aldo mi aveva parlato di un giro magnifico che aveva fatto ad agosto e di cui serbava un ricordo bellissimo che voleva assolutamente condividere con me. Non è lungo, non ha un dislivello impossibile, non forma un anello ma ti porta al cospetto, di Torre Trieste 2458m prima e Torre Venezia 2337 poi, due delle altissime cime inconfondibili del maestoso Civetta. Il rifugio Vazzoler si trova nel cuore delle Dolomiti Bellunesi. Sulle pendici del Monte Civetta, importantissima montagna dal punto di vista alpinistico nonché teatro di panorami mozzafiato. Il rifugio è situato a 1714m, vanta una vasta terrazza esterna con una splendida vista sulle pareti verticali dell’anfiteatro naturale creatosi tra la Torre Trieste e la Torre Venezia. Lasciata l'auto a Listolade, poco a nord di Agordo, si prende una stretta strada asfaltata fino alla capanna Trieste 1135m poi finalmente la forestale sterrata che dapprima sale con pendenze inferiori al 15% e fondo molto buono salvo piccoli tratti, poi vari stretti tornanti di sassi smossi rendono il fondo più difficoltoso ma sempre pedalabile con attenzione. Siamo proprio sotto alla Torre Trieste, alta, sottile, orgogliosa e incombente, ci costringe a fotografarla e a riprenderla con rispetto e devozione. Dopo qualche frana e rampa impegnativa arriviamo al rif. Vazzoler dai tipici balconi rosso vivo. Qui la vista si allarga alla prossima Torre Venezia di cui sfioriamo e superiamo i grandi ghiaioni bianchi, la strada sembra sbatterci contro. Difficile fotografarla tutta è troppo vicina ma basta allontanarsi di poco alle C. Favretti una spianata ideale terrazza per ammirare questo eccezionale anfiteatro naturale con le nuvole che giocano a nasconderci e a rivelarci gli altissimi pinnacoli. Il nostro traguardo è la casera Pelsa 1829 ma prima di concederci il meritato riposo e la delizia dei nostri panini, decidiamo di fare una prova di assistenza infermieristica sul campo. Era da molto che ne parlavamo, chiedendoci cosa sarebbe successo se in una landa solitaria qualche biker fosse caduto sui bianchi ma acuminati sassi della carrareccia. Questi discorsi ci avevano indotto a portare nello zaino citrosil, garze sterili, retine elastiche per gomiti e ginocchia. E oggi finalmente abbiamo voluto metterle all'opera, Aldo si è offerto subito "volontario" in qualità di sperimentato stuntman. Tutto è filato liscio e problema risolto alla grande. Unico punto negativo è stato l'entusiasmo di Aldo nell'immedesimarsi nella parte del ferito che per rendere tutto più credibile ha voluto anche battere l'anca e il ginocchio. Ma per l'anca non avevamo previsto nessuna protezione, per fortuna ormai eravamo quasi arrivati alla casera e poi era tutta discesa. Dalla casera si gode un panorama ancora più spettacolare del Vazzoler perché è posta su un grandissimo prato senza ostacoli visivi verso le magnifiche vette circostanti. Una veloce e adrenalinica discesa ha concluso il meraviglioso percorso al cospetto del Civetta lato ovest. Grazie ad Aldo per la sua abnegazione.
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