Pierluigi Mantini Udc interviene alla Camera dei Deputati, sul dl competitività per illustrare l'ordine del giorno in tema di professioni volto a sanare due problematiche di indiscussa importanza: la prima, dopo aver abolito le tariffe è necessario stabilire dei parametri di valore dei servizi professionali al fine di permettere l'affidamento con gara delle opere pubbliche; la seconda, riguarda una questione di principio, quella dell'equo compenso per i giovani praticanti che è un umiliante constatare essere stato sostituito da un mero rimborso spese.
«Dirò subito che abbiamo condiviso e condividiamo, sostanzialmente, tutte queste misure assunte, che sono frutto di una stagione di riforme, in questo settore, su un terreno accidentato ma di grandissimo rilievo, perché il mondo delle professioni è assolutamente centrale nella nostra economia delle conoscenze. Esso è centrale per numeri, con il 12 per cento sul PIL e con circa 4 milioni di lavoratori della conoscenza - come vogliamo definirli -, e rappresenta anche un orizzonte di grande interesse per i giovani.
Dunque, sono state del tutto eliminate e abolite le tariffe. È una scelta che si fonda su riforme fatte già da precedenti Governi e che non mettiamo assolutamente in discussione.
Sappiamo che le tecniche sono diverse: la Germania, a cui spesso ci ispiriamo, conserva le tariffe professionali, tuttavia non abbiamo alcun rilievo da fare sul tema dell'abolizione delle tariffe, salvo uno, che sollecitiamo all'attenzione del Governo, da un punto di vista di mera razionalità. Vengono sostituite le tariffe professionali con dei parametri che il Ministro della giustizia dovrà emanare al fine di orientare gli organi giurisdizionali nella liquidazione dei compensi professionali: i giudici dovranno, per i periti, per le parti soccombenti e così via riferirsi a qualcosa per poter liquidare i compensi professionali.
La stessa cosa avviene per i comuni e gli enti pubblici, che devono determinare la soglia di valore dei servizi professionali da affidare con procedure di evidenza pubblica: per favorire la concorrenza e la gara sui servizi pubblici è necessario, applicando le direttive europee, che i comuni e gli enti pubblici in generale possano comprendere la soglia di valore dei servizi professionali al di sotto dei 40 mila euro, al di sopra dei 40 mila euro o sopra i 200 mila per affidarli con i sistemi conosciuti.
Come faranno i comuni e gli enti pubblici in assenza di qualsiasi riferimento? Noi sollecitiamo l'attenzione del Governo ad adottare misure ragionevoli - anche non normative, se è il caso - per sciogliere questa questione e consentire che si facciano le gare sui servizi professionali, dando però dei parametri di riferimento per calcolarne il valore. È particolarmente importante il settore della progettazione delle opere pubbliche, della direzione dei lavori e, in generale, dei servizi professionali affidati con gara.
Il secondo punto che sollecita l'ordine del giorno riguarda una questione di principio: è stato abolito anche il principio dell'equo compenso per i giovani praticanti, ossia per i giovani professionisti tirocinanti. Per quanto debba dire che ci sforziamo anche nella riforma del lavoro, con la modifica dell'articolo 18 e con il contratto di apprendistato, per ridurre la precarietà, nei mondi professionali che riguardano ampiamente i giovani si fa fatica ad immaginare che non ci sia neanche il principio dell'equo compenso, sostituito da un mero rimborso delle spese, il che è un po' umiliante.
Dunque, sollecitiamo l'attenzione del Governo affinché su questo tema si possano assumere idonee misure, magari anche con un inquadramento del lavoro che riguarda molti giovani neolaureati che certo non possono soggiacere ad un regime giuridico che non li vede neppure in diritto di avere un equo compenso. Su questo tema, sono certo che il Governo vorrà tornare, accettando il nostro ordine del giorno», conclude l'on. Mantini responsabile riforme istituzionali dell'UDC.
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