[ Ссылка ] - Napoli - Studenti in corteo: Confindustria assassina
"I morti sul lavoro gridano vendetta, Confindustria tu sia maledetta". È il coro degli studenti che hanno manifestato oggi a Napoli, prendendo parte a un corto di protesta partito da piazza del Gesù e giunto fino a piazza dei Martiri, luogo dove ha sede la Confindustria locale. "Avete le mani sporche di sangue. Confindustria assassina", recita lo striscione aperto all'esterno di palazzo Partanna. Diversi gli studenti che hanno tinto di rosso, usando della vernice colorata, sia il volto che le mani, simbolo del "sangue versato da Lorenzo e Giuseppe". La protesta rientra, infatti, nell'ambito della mobilitazione promossa dai gruppi studenteschi in oltre 40 piazze italiane. Gli studenti dei movimenti napoletani sono stati protagonisti di due cortei, con centinaia di partecipanti, partiti uno da piazza del Gesù e l'altro da piazza Garibaldi. Quest'ultimo si è fermato sotto la sede dell'ufficio scolastico regionale della Campania dove studenti hanno poggiato le mani tinte di rosso davanti al portone dell'Usr. Esposti due grandi striscione con la scritta "Giuseppe vive", con riferimento al 16enne Giuseppe Lenoci, e "Di scuola e di lavoro non si può morire". Gli organizzatori della mobilitazione (Coordinamento Kaos, Unione degli Studenti di Napoli, Studenti autonomi napoletani, Coordinamento studenti Flegrei e Fronte della Gioventù Comunista) chiedono le dimissioni del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e l'abolizione in toto della legge 107, comprese tutte le attività di alternanza scuola lavoro, a detta degli studenti "non formative, ma atte a creare divisioni e sfruttamento nel mondo della scuola". I manifestanti del movimento Studenti autorganizzati campani hanno espresso dissenso anche rispetto alle modalità di svolgimento dell'esame di maturità 2022. "Ad oggi, 18 febbraio, il ministero dell'Istruzione - spiegano - non ha ancora rilasciato informazioni ufficiali su questo fantomatico esame. Sappiamo solo che ci sarà la prima prova, quella che secondo lo Stato deve farci esprimere maggiormente. Ma quando scendiamo in piazza per rivendicare i nostri diritti ci reprimono senza pietà. In quest'anno specifico, e forse anche nel prossimo, a causa della Dad, tanti studenti non hanno potuto ottenere un livello di istruzione pari a quello di due anni fa. Nessuno nel governo ha detto che forse quest'anno l'esame di Stato non può essere uguale a quello degli anni pre pandemia". (18.02.22)
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