Strasburgo (askanews) - Esattamente mille anni dopo la posa della prima pietra nel 1015, nella cattedrale di Notre-Dame di Strasburgo scultori e maestri muratori continuano a consacrare il proprio lavoro al tempio, perpetuando con orgoglio e passione le antiche tecniche dei costruttori medievali.
Nello studio "Il mistero delle cattedrali" Fulcanelli, pseudonimo di un autore di libri di alchimia del XX secolo, citato anche nel libro "L'alchimista" di Paulo Coelho e ne "Il pendolo di Foucault" di Umberto Eco, descrisse i lavori di costruzioni della cattedrali gotiche, le cui architetture sono dense di simboli alchemici, come un'esteriorizzazione dei lavori interiori e spirituali della Grande opera ermetica.
Sospeso su una vertiginosa impalcatura a oltre 30 metri dal suolo Jonathan Waag, artigiano restauratore delle pietre antiche di Notre-Dame di Strasburgo, dispone di una visione tridimensionale della cattedrale terminata, si fa per dire, nel 1439.
Il mastro muratore che cura con estrema cura le pietre rese fragili dal morso dei secoli e dall'inquinamento non solo atmosferico dei tempi ultimi fa parte di una squadra di artigiani della "Fondation de l'Oeuvre Notre-Dame" che si dedica da otto secoli al restauro ininterrotto della grande cattedrale.
Nei laboratori dell'Opera suona l'orchestra artigiana dei martelli che battono sulla pietra, qui i maestri tagliatori preparano i tasselli di rimpiazzo che dovranno sostituire quelli usurati dal tempo. È una squadra di élite. Vincent Munio è entrato in questo atelier come apprendista all'età di 14 anni. A 43 passa il suo sapere ad altri giovani garzoni.
Per scolpire il pezzo che gli è stato affidato ha già impiegato 500 ore di lavoro e non ne verrà a capo prima di un altro migliaio. Perché la Grande opera richiede tempo, cura e passione. Ars longa, vita brevis.
(Immagini Afp)
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