Anche il mese di giugno 2024 si conferma il più caldo di sempre, o almeno degli ultimi 140 anni, cioè da quando sono iniziate rilevazioni affidabili e in serie della temperatura globale. Non sembra più far notizia, ma quello confermato dall'osservatorio europeo Copernicus è un dato assolutamente allarmante. Anche perché, per il tredicesimo mese consecutivo è stata registrata un nuovo record di temperatura media globale e per il dodicesimo mese consecutivo il valore si attesta di 1,5°C al di sopra della media preindustriale.
Inevitabile, quindi, che nel periodo compreso tra luglio 2023 e giugno 2024 la temperatura media globale sia stata la più alta mai registrata, raggiungendo +1,64°C rispetto alla media preindustriale del periodo 1850-1900. Ovviamente, questi dati riguardano la temperatura media a livello globale, con i termometri che hanno registrato valori estremamente eterogenei. Nell'Europa occidentale e nel Nord Italia alle prese con eventi meteo sempre più estremi, ad esempio, le temperature sono state in linea o addirittura al di sotto della media degli ultimi 30 anni. In altre zone del mondo, però, il mese di giugno è stato caratterizzato da intense ondate di calore, alcune delle quali senza precedenti: è il caso della California flagellata dagli incendi, dell'Arabia Saudita che ha visto morire almeno 1.300 persone durante il pellegrinaggio alla Mecca, ma anche della Grecia, della Cina, dell'India, del Messico, dei Balcani e dell'Egitto.
Carlo Buontempo, l'italiano che dirige il Servizio sul cambiamento climatico di Copernicus (C3S), ha spiegato che l'anomalia termica rilevata negli ultimi mesi potrebbe attenuarsi ma non è certo destinata a finire. Fino ad oggi, infatti, il mondo ha vissuto l'effetto combinato del cambiamento climatico e di El Niño. Quest'ultimo è un fenomeno ciclico e naturale che si sta esaurendo, ma le emissioni di gas serra contribuiranno a stabilire nuovi record. Difficile, al momento, prevedere quanto le temperature medie globali possano scendere alla fine del 2024 grazie all'effetto de La Niña, altro fenomeno ciclico e naturale di segno opposto rispetto a El Niño. Molto dipenderà ovviamente dalla temperatura degli oceani, che coprono il 70% della Terra e che in superficie hanno fatto registrare nuovi record da oltre un anno a questa parte.
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