TG VICENZA (venerdì 30 giugno 2017) - L'ultima invasione: senza armi, in nome della solidarietà, e di tutti i più alti sentimenti umani. Un'invasione di profughi, che alimentano il business dell'accoglienza e dell'ospitalità, altra parola abusata. Che ci sia un'invasione lo dicono i numeri: 12mila disperati sbarcati in 48 ore, 6mila al giorno, uno ogni venticinque secondi. E, se scappassero tutti dalle guerre, sarebbe il caso di domandarsi perchè le donne fuggono molto meno e gli uomini molto di più.
In effetti la maggior parte dei profughi non fugge da nessuna guerra, e non ha i requisiti per ottenere asilo politico. Ma prima di andarsene restano qui nelle nostre città aggrappati a nodi burocratici. Se la loro domanda viene rigettata allora fanno ricorso. Anche il nigeriano sorpreso a Campo Marzo con la droga aveva fatto ricorso. Vendeva eroina e cocaina, le stesse sostanze che spacciava nelle stesse ore a Thiene un altro nigeriano che aveva appena ottenuto il permesso per motivi umanitari. E che dire dei due profughi sanguinanti che si sono affrontati in pieno giorno ancora a Campo Marzo? Casi negativi, certo, ma che fanno riflettere, e che spesso riconducono al parco di Vicenza, dove molti dei richiedenti asilo bivaccano, alla faccia delle regole di polizia urbana. Oggi sono ben 2.600 i profughi nella provincia berica, 900 soltanto in città. Un'emergenza, tanto che in Prefettura sarebbe allo studio una struttura, un hub per la prima assistenza. D'altra parte siamo in Italia, il Paese dove se ci sono troppi detenuti si fa lo svuota carceri, e se ci sono troppi profughi si fa il riempi-hub. ([ Ссылка ])
