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Fenesta vascia è una canzone popolare napoletana molto antica, prima si credeva essere risalente al 1500, cioè durante la dominazione spagnola di Napoli, oggi storici e fonologi ritengono, a causa dei numerosi siculismi (come picciuotto a posto di wajone) e dei francesismi che risalga molto probabilmente al XIV secolo, durante il periodo Angioino del Regno di Napoli. La canzone è scritta in dialetto, con metrica di endecasillabo, e l'autore è ignoto. Nel 1825 Giulio Genoino ha adattato le parole al dialetto napoletano dell'epoca, e Guglielmo Cottrau l'ha musicata.Il testo, molto poetico, parla di un amante che attende invano che la sua amata (crudele) si affacci alla finestra. Dice poi di volere andarsene, e fare il venditore ambulante di acqua; ma a chi gli chiederà dell'acqua che vende, lui spiegherà che non si tratta di acqua, ma di lacrime d'amore.
Mirna Doris - Fenesta vascia
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