Covid-19: infermieri e medici raccontano "UN ANNO IN APNEA"
"Stasera non torno a casa è la frase che, qui a Codogno, ci ricorda la notte di quel 20 febbraio"
CRONACA (Italia). Pochi giorni dopo Cremona viene travolta dai ricoveri. "In pochi giorni è arrivato il mondo, non avevamo un minuto di respiro. Ci muovevamo arrampicandoci tra i letti, sembrava una guerra", racconta Clelia Roncaglia, infermiera in terapia intensiva a Cremona. "Se lasciavi venti pazienti il giorno prima, sicuramente dieci di loro potevano già non esserci più". "Avevamo una stanza piena di sacchi con gli effetti personali dei pazienti; quel luogo mi faceva tornare in mente le immagini viste nei campi di concentramento", ricorda Carla Maestrini, coordinatrice infermieristica di terapia intensiva nello stesso ospedale cremonese.
"Sono specializzanda da solo un anno; questo è stato il mio drammatico battesimo del fuoco. Non dimenticherò mai la notte in cui il rianimatore da Bergamo continuava a portarci pazienti da intubare", la rievocazione di quei momenti da parte di Chiara Martino della rianimazione dell'Ospedale Sant'Anna di Como.
A Codogno, tra gli infermieri, una telefonata ha segnato l'inizio di questo drammatico anno: "Stasera non torno a casa è la frase che qui ci ricorda quella notte quando tutto ebbe inizio" (Luca Perillo/Francesco Maviglia)
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