Individuati e arrestati dodici membri di un gruppo criminale che ha messo a segno due rapine a furgoni che trasportavano tabacchi a Palermo e provincia. Dopo un anno di indagini i carabinieri di Palermo hanno eseguito ordinanze applicative di misure cautelari, emessa dal gip di Palermo su richiesta della procura, nei confronti di dodici persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e ricettazione.
È stata disposta la custodia cautelare in carcere per: Onofrio Bonzellino, di 39 anni, Vincenzo Bronzellino, di 36 anni, Giuseppe Corrao, di 45 anni, Roberto Ferrante, di 49 anni, Serafino Ferrara, di 54 anni, Michele Parlatore, di 51 anni, Cesare Unniemi, di 47 anni, Manuel Patricolo, di 24 anni.
Sono stati disposti gli arresti domiciliari per Salvatore Bronzellino, di 65 anni, Carmelo Mattarelli, di 40 anni, Giuseppe Ragusa, di 38 anni, Giovanni Scalavino, di 51 anni.
Le indagini sono partite nel settembre 2017 e si concentravano su un gruppo palermitani che avevano rapinato furgoni della società Centro distribuzione tabacchi s.r.l., incaricata di trasportare tabacchi lavorati nelle rivendite di Palermo e provincia.
Nel corso dell'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo gli inquirenti attraverso servizi di osservazione e controllo, hanno ricostruito rapine consumate e tentate.
In particolare sotto la lente d'ingrandimento dei carabinieri è saltata all'occhio una rapina avvenuta a Capaci il 4 settembre 2017, quando tre persone avrebbero bloccato un camion del centro distribuzione tabacchi. Un rapinatore sarebbe salito a bordo del furgone, costringendo l’autista a raggiungere via Riccione, nel litorale del Comune di Carini, mentre l’altro fattorino sarebbe stato stato sequestrato, fatto salire all’interno di una Lancia Y e liberato a Palermo, in via Antonino Ugo. Ammontava a circa 50.000 euro il valore dei tabacchi rubati. Subito dopo la rapina sono stati arrestati due dei responsabili dell’assalto al furgone: i fratelli Bronzellino.
Dopo circa quattro mesi di indagini gli inquirenti hanno capito come le rapine fossero organizzate da una banda. Il gruppo criminale avrebbe messo a segno i colpi con mezzi spesso rubati. In particolare il gruppo si sarebbe riunito prima dei colpi per organizzare una fase preparatoria, durante la quale si ripartivano i ruoli e le competenze e si definivano i tempi e le modalità dell’agguato. Tra i compiti che i membri della banda si dividevano c'era chi si occupava del reperimento e della guida dei veicoli rubati, utilizzati per bloccare i furgoni in movimento carichi di tabacchi, per poi condurli nel luogo deputato al trasbordo della merce dove, ad attenderli, c’erano altri gregari.
Al vertice dell’organizzazione ci sarebbe stato Cesare Unniemi che, dopo essere stato arrestato il 13 dicembre 2017, è stato subito sostituito da Vincenzo Bronzellino: organizzatori e promotori dell’associazione che sovrintendono alla fase decisionale ed a tutte le operazioni, punti di riferimento essenziale per gli altri associati.
L’attività ha consentito la ricostruzione di una rapina avvenuta il 3 agosto 2017 quando, nella zona di Villagrazia, proprio Bronzellino, dopo aver minacciato una guardia giurata, addetto alla scorta di un furgone che trasportava tabacchi, la avrebbe costretta a salire a bordo di una Citroen rubata e si sarebbe impossessata della sua pistola Beretta con 13 colpi. La rapina al furgone non è stata portata a termine grazie all’intervento di un’altra guardia giurata che ha messo in fuga i rapinatori.
Dell’assalto al furgone si sarebbero occupati materialmente Onofrio Bronzellino, Roberto Ferrante, Giuseppe Corrao, Serafino Ferrara: suddivisi a bordo di auto, anche rubate, svolgevano il compito di vedette avvisando, se del caso, gli altri componenti, mentre la decisione di desistere e rinviare l’azione spettava ai due capi.
Ad occuparsi del bottino sarebbero stati invece Manuel Patricolo, insieme al suocero Michele Parlatore: i due, proprio nel giorno dell’arresto, sono stati fermati a bordo di un furgoncino che, a rapina avvenuta, sarebbe dovuto servire per il trasporto della merce.
Salvatore Bronzellino, invece, avrebbe fornito costante supporto ai figli Vincenzo e Onofrio, nella piena consapevolezza degli scopi illeciti del sodalizio, facendo anche da tramite tra gli stessi e altri sodali, fornendo le auto da utilizzare per le rapine ed accompagnando personalmente i complici nel corso del sopralluogo. (gds)
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