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RISCALDAMENTO GLOBALE? MA IL CLIMA E' SEMPRE CAMBIATO (E LE RISORSE NON SI ESAURIRANNO MAI) di Riccardo Cascioli
La prima vittima della martellante propaganda sui cambiamenti climatici è la natura o, meglio, la nostra comprensione della natura. Terrorizzati ormai da ogni piccolo segnale di cambiamento, nell'immaginario collettivo la natura è statica, ha un suo definito punto di equilibrio che l'uomo - con la sua presenza e attività - ha fatto saltare. Siamo portati a pensare che la normalità stia nella staticità, in una sorta di fermo immagine che dura all'infinito. Invece la natura è dinamica, è in continuo cambiamento, non c'è mai una stagione uguale all'altra. E i cambiamenti climatici, lungi dall'essere un fenomeno nuovo, conseguenza di chissà quali nefandezze umane e foriero di catastrofi inimmaginabili, sono la normalità.
Senza neanche scomodare le cinque ere glaciali che hanno caratterizzato la storia della terra, e ben prima della comparsa dell'uomo, anche nell'attuale era ci sono stati almeno quattro periodi glaciali (con un forte avanzamento dei ghiacciai) intervallati da periodi interglaciali (della durata di 10-12mila anni), uno dei quali è quello che stiamo vivendo e che dura da circa 10.700 anni. Ma anche questi periodi interglaciali non sono uniformi: solo per stare ai tempi più recenti, gli storici del clima riconoscono periodi di riscaldamento ai tempi dell'Impero romano e nel Medio Evo (guarda caso chiamati "optimum"), e periodi di raffreddamento, il più importante dei quali si è registrato tra il XVI e il XIX secolo e fu chiamato la "piccola era glaciale". Dalla metà del XIX secolo è iniziato invece un nuovo periodo di riscaldamento che dura tuttora, ma che in 160 anni ha prodotto un aumento di temperature medie tra gli 0.8 e 1°C.
Ma neanche quest'ultimo periodo di riscaldamento è lineare: a un aumento delle temperature globali al suolo tra il 1850 e il 1878 (+0,5°C) succede una fase di decremento (nel 1911 siamo a -0.2°C rispetto al 1850) e poi un nuovo incremento fino al 1945 (+0.5°C rispetto al 1850). Da qui comincia un nuovo periodo di raffreddamento che dura fino al 1976, quando la temperatura è di appena 0.1°C superiore a quella del 1850. E si ricorderà infatti che a metà degli anni '70 c'erano continui allarmi sul raffreddamento globale. Quindi, da quel momento la temperatura ha ripreso a salire fino al 1998 (+0.85°C), ma dal 1998 le variazioni sono minime e, malgrado i continui allarmi sui mesi e sugli anni più caldi di sempre, si registra una sostanziale stabilizzazione delle temperature.
OGNI STAGIONE È DIVERSA DALL'ALTRA
Ma anche senza uno studio sui cicli del clima, dovrebbe appartenere alla esperienza di ciascuno la consapevolezza che ogni stagione è diversa dall'altra; che, pure all'interno di una certa fascia climatica, si registrano variazioni continue e anche eventi estremi. Basti pensare a come i vini vengono classificati in base all'anno di vendemmia, proprio perché ogni stagione è una storia a sé.
Oggi invece, spinti anche dalle continue campagne sul riscaldamento globale, si pretenderebbe che la natura fosse ferma, immobile. Se i notiziari ci informano che in questa settimana si è registrata una temperatura di un grado superiore alla media stagionale, scatta il panico: finiremo arrostiti, saremo sommersi dalle acque. Notizie date apposta per creare allarme, nessuno dice che la media stagionale è solo un dato statistico, non corrisponde affatto alla temperatura normale, quella che dovrebbe essere.
Non entriamo qui nel dibattito su quanto del rialzo delle temperature sia dovuto ai cicli naturali e quanto all'attività umana - cosa peraltro su cui non esistono certezze - ma sta di fatto che abbiamo perso la cognizione della dinamicità della natura. Addirittura assistiamo a manifestazioni pubbliche e grandi iniziative politiche contro i cambiamenti climatici, quando abbiamo visto che i cambiamenti climatici sono la normalità. Cose che in altri tempi suonerebbero ridicole e da ricovero in psichiatria, oggi sono vissute seriamente come la questione più importante per l'umanità.
Questa drammatica distorsione nella percezione della realtà - chiaramente voluta da chi sta manovrando il tema "clima" - è sicuramente facilitata anche dal fatto che viviamo sempre meno a contatto con la natura. Basti pensare che in Europa circa il 75% delle persone vive in realtà urbane, lontano da un rapporto con la natura; e soprattutto le giovani generazioni - nate e cresciute in realtà dove qualsiasi tipo di frutta e verdura è disponibile tutto l'anno e il cibo è già tagliato e pronto per l'uso al supermercato - non hanno conoscenza diretta dei cicli della natura, di come la natura funzioni.
L'ASSURDA PRETESA DI POTER REGOLARE LA TEMPERATURA DELLA TERRA
Ma c'è anche una costante nel rappor
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