CALEPINA
Calepina irregularis
Basionimo: Myagrum irregulare
Altri sinonimi: Calepina corvini
FAMIGLIA: Brassicaceae
GENERE: Calepina
NOMI LOCALI: miagro rostellato, calepina irregolare. In tedesco si chiama wendich; in inglese white ball mustard e in francese calépine
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: “Calepina” è il nome dato da Michel Adanson (Aix-en-Provence, 7 aprile 1727 – Parigi, 3 agosto 1806), un botanico francese di origine scozzese, a questo specifico genere; l'epiteto "irregularis" potrebbe essere collegato alla distribuzione non simmetrica delle ramificazioni del caule o alle dimensioni disuguali dei petali.
DESCRIZIONE: pianta erbacea annuale glabra, con fusti di 30-80 cm piuttosto ramificati. Di solito non si trovano piante singole ma se ne trovano parecchie vicine, tanto da sembrare essere state seminate.
Le foglie della rosetta basale sono di forma spatolata e sono pennato-partite, le dentature si fanno via via più lunghe andando verso l'alto e l'apice è arrotondato. Le foglie del caule invece sono alterne, dentate acutamente, di forma sagittata e abbraccianti il fusto. I fiori si raccolgono in racemi allungati, hanno 4 petali bianchi, spatolati e i 2 esterni sono un po' più grandi degli interni; 4 sepali e sei stami. Fiorisce da aprile a maggio. Le siliquette sono ovoidi-globose provviste di pedicello, sono indeiscenti (cioè a maturità non si aprono) e con un solo seme.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: forma "tappeti", foglie glabre, spatolate con dentature via via più lunghe andando verso l'alto. Fiori bianchi con due petali più lunghi degli altri due. Siliquette globose.
DOVE CRESCE: presente in tutta l'Italia, ama molto i prati erbosi, con suoli argillosi piuttosto asciutti, ricchi in basi e composti azotati, e si trova da 0 a 600 m di altitudine.
COSA SI UTILIZZA: tutta la pianta compresa la radice.
QUANDO SI RACCOGLIE: si raccoglie in autunno inverno (da ottobre a dicembre) oppure in febbraio e marzo.
PRINCIPI ATTIVI: gli esami chimici sulla pianta (Glucosinolate Profiling of Calepina irregularis
Marina Zekie et al. Nat Prod Commun. 2016 Sep.[ Ссылка ] ) hanno rivelato la presenza di sette glucosinolati, vale a dire glucoiberverin, glucoiberin, glucocheirolin, glucolepidiin, sinigrin, glucoerucin e glucotropacolin. Quantitativamente il composto più importante nel distillato (campione ottenuto per degradazione termica) è il 3-(metiltio)propil isotiocianato (95 61/), il prodotto di degradazione della glucoiberverina.
PROPRIETÀ: ha eccellenti proprietà antitumorali, antinfiammatorie, antiossidanti e chemioprotettive.
INDICAZIONI: è un'ottima erba da inserire nella dieta per prevenire tumori, patologie cardiovascolari e dismetaboliche.
ATTENZIONE: non esistono controindicazioni o dosi tossiche.
UTILIZZO CULINARIO: è una delle regine dell’autunno e dell’inverno. Le foglie piccole e centrali sono ideali crude, nelle misticanze o come pesto; mentre le più grandi possono essere saltate brevemente in padella con un po’ di olio, aglio e peperoncino, oppure sbollentate per renderle di sapore più delicato. Le radici sono veramente buonissime fritte: vanno sbollentate per pochi minuti e poi semplicemente infarinate e fritte, hanno un sapore eccezionale!
UTILIZZO ESTERNO: nessun utilizzo noto
UTILIZZO INTERNO: nessun utilizzo noto
COME SI CONSERVA: non si conserva perché come tutte le Brassicaceae per mantenere le proprietà deve essere cucinata poco dopo la raccolta e vanno preferite tutte le cotture veloci.
FALSE FRIENDS: assomiglia alla Capsella bursa-pastoris o a diverse rosette basali di specie della famiglia delle Asteraceae, e spesso viene raccolta scambiata per un'imprecisata "cicoria" (ben lungi da me l'idea di far notare l'errore anche solo a mia nonna che vi ricordo che uno, è bresciana e due, ha il porto d'armi e tre, cucina da Dio). Tanto la confusione non ha alcuna conseguenza. Ma ovviamente siccome sono una rompiscatole domani VOI vi beccherete un post dove vi spiego la differenza con la Capsella bursa-pastoris 😉
CURIOSITÀ: pianta veramente ottima da mangiare, molto diffusa ma poco conosciuta e poco utilizzata, questo è anche riscontrabile dal fatto che ci sono pochissimi nomi vernacolari che la definiscono, al contrario di erbe molto utilizzate nella cucina popolare che hanno centinaia di nomi popolari o dialettali per identificarle.
Articolo di Cecilia Tanghetti ©️ Associazione capraecavoli, condividi non copiare.
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