BOLOGNA - I rifiuti pericolosi sparivano, come per incanto, attraverso uno scambio di etichette sui fusti e poi "annegati" nei solventi chimici, che, nuovi di zecca, venivano reimmessi sul mercato.
Il traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi viaggiava sulla direttrice Argenta, nel ferrarese, e Matelica, entroterra maceratese fino a Lodi.
Ora l'andirivieni è stato stroncato a suon di sequestri e perquisizioni da un'indagine che ha coinvolto oltre 40 carabinieri forestali tra Emilia Romagna e Marche coordinati dalla procura di Bologna.
Tra gli indagati, cinque in totale, un nome di spicco del mondo imprenditoriale marchigiano.
L'accusa è traffico illecito di rifiuti e frode in commercio.
Secondo una prima ricognizione sono 12 mila le tonnellate di rifiuti movimentate illecitamente dal 2014 per un guadagno di svariati milioni di euro.
Servizio di Lucio Cristino.
Immagini e interviste a cura di Federico Balletti per è tv Bologna
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