SALETTA
Il paese infestato con la chiesa marchiata dei teschi di toro, il cimitero ormai spoglio infestato dai fantasmi bambini, il castello abbandonato e il tempietto dei due fantasmi degli innamorati suicidati.
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LA STORIA
Insieme a Lucedio, Saletta è indubbiamente il luogo più misterioso e ricco di fascino del Vercellese.
Ha origini molto antiche e compare già in un atto del 1148 ed in un diploma di Federico Barbarossa del 1152.
Oggi è un paese quasi del tutto abbandonato, circondato da campi e terreni coltivati. Sebbene esso sia molto piccolo e pressoché costituito da un prolungamento alberato del sagrato della chiesa, in esso si trovano il castello, oggi trasformato in cascina, la chiesa ed un vialetto alberato di poco meno di 500 metri che, attraversando un campo, conduce alla costruzione da tutti chiamata il tempietto.
Dopo essere entrato nell'ordine degli Umiliati, Ranieri di Saletta, verso la fine del XIII secolo, donò i suoi possedimenti di Saletta al monastero di S. Martino di Lagatesco. Quest'ultimo vendette poi questi beni all'abbazia di S. Andrea per 625 lire imperiali. Anche il fratello di Ranieri, Martino di Saletta, dopo aver preso i voti divenendo vittorino nell'abbazia di S. Andrea, donò i suoi possedimenti alla stessa nel 1273.
Grazie all'investitura di Papa Sisto IV, avvenuta nel 1481, del feudo di Saletta, passò al Marchese di Monferrato. Sarà poi Ferdinando, duca di Mantova e di Monferrato a cedere il feudo alla famiglia Ponzone di Milano, dalla quale fu alienato al marchese Giovanni Francesco Mossi nel 1625. La famiglia si estinse nel 1829 e le terre passarono per legittima successione alla famiglia Pallavicino.
L'origine del nome
Il nome Saletta ha chiare origini longobarde, come altri toponimi simili aventi la stessa desinenza, quali Sali, Salasco, Saliceto, Saluggia e Salera.
Con il termine Sala si indicava il luogo più importante della curtis, ovvero la residenza dei membri più importanti della fara.
Le infinite leggende
Si può facilmente asserire che le leggende su Saletta si sprechino. Si parla di sotterranei che collegherebbero il paese con la vicina Costanzana o con il non lontano castello di Torrione che si trova a circa 2 chilometri e 300 metri di distanza.
Questa leggenda è alimentata dal fatto che il tempietto ha in effetti una stanza sotterranea molto suggestiva e musa ispiratrice di improbabili storie.
Si racconta che sia luogo di macabri incontri notturni di misteriosi membri appartenenti a qualche strana setta, che talvolta appaia il fantasma di una bambina nei pressi del cimitero annesso alla chiesa, di strane cariche di energia magica capace di essere assorbita dalla gente per venire rilasciata durante il sonno provocando incubi e sogni lucidi.
Al confine tra storia e realtà vi è anche la leggenda delle sepolture dei giganti rinvenute dal Modena.
Saletta - I Sotterranei
E' bastata una piccola stanza sotterranea, più simile ad una cantinetta che ad una cripta per far nascere misteriose leggende di oscuri passaggi segreti.
Infatti esistono molte leggende inerenti al tunnel che parte dal "Tempietto" di Saletta, differenti tra di loro solo per il luogo di uscita: il castello di Torrione, la vicina Costanzana, forse Trino oppure, senza fare troppa strada, lo stesso castello o la stessa chiesa di Saletta.
Ora, sappiamo che nel Vercellese la lunghezza media di un passaggio sotterraneo andava da 1 chilometro e mezzo ai 2, con eccezioni comprensive di picchi di 7 chilometri, così come poche decine di metri.
Stando alla media sulle distanze il castello di Torrione (2,3 Km) dovrebbe essere il punto più probabile, ma anche qualche chiesa o il castello della più vicina Costanzana avrebbe buone probabilità di costituire l'uscita del cunicolo.
L'unico problema è che nella stanza del Tempietto non vi è alcun ingresso.
Lungo le mura laterali non vi sono segni di restauri o di post murature di qualunque tipo, mentre al centro, dove si ipotizzava una botola, altro non vi è che argilla e terra.
Anche se era diffusa la moda di interrare i cunicoli quando questi non servivano più, è remota la possibilità che l'attuale pavimentazione sia costituita dai detriti usati per sbarrarne l'accesso. E' invece molto più probabile che il tunnel avesse un ingresso nella vicina chiesa o nel castello, piuttosto che sotto al tabernacolo di San Sebastiano.
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