Seppellita sotto quattro metri di terra e tornata alla luce del sole, una tomba etrusca risalente alla metà del sesto secolo a.C., scoperta venerdì scorso nei pressi del parco naturalistico archeologico di Vulci. Una domus composta da tre stanze dove sono stati trovati oggetti di grandissimo valore storico, culturale e archeologico. La tomba è riaffiorata grazie ad alcuni controlli dei carabinieri di Montalto di Castro effettuati nelle settimane scorse, nell'ambito dei quali furono denunciate dieci persone per violazione in materia di ricerche archeologiche e scavi clandestini in zona gravata da vincoli. I militari sequestrarono alcuni attrezzi per lo scavo, un trattore e un aratro che venivano utilizzati dalla banda per rinvenire tombe etrusche. Proprio nei pressi del terreno sbancato i carabinieri scoprirono un foro ampio e molto profondo, probabile segnale della presenza di una tomba già saccheggiata. Venerdì, parte di quel terreno ha ceduto facendo rinvenire l'atrio della tomba dove è stato recuperato materiale di una sepoltura a fossa contenente alcuni vasi rituali e oggetti in bronzo del corredo funebre, deposti sia all'interno che all'esterno della fossa. In alcuni butteri trovati sono raffigurati animali e figure di fantasia, dipinti appartenenti al pittore di Micali, un pittore che visse a Vulci intorno alla seconda metà del sesto secolo a.C., uno dei più fecondi tra gli artisti vascolari etruschi con circa duecento vasi a figure nere attribuiti alla sua mano. Ora gli oggetti si trovano nei laboratori della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale. Ieri mattina sul luogo degli scavi è giunto il funzionario di zona Laura Ricciardi, per coordinare e completare le ultime procedure di scavo e mettere in sicurezza l'intera area. Nella tomba, sepolte nel terreno bruciato, sono state trovate anche alcune ossa umane, probabilmente appartenenti ad una donna che durante il rito funebre fu cremata e posta all'interno della tomba insieme ai suoi oggetti personali. La maggior parte del materiale è stato trovato in frantumi è ora spetta alla Soprintendenza riunire i frammenti per poi esporli al museo etrusco che si trova all'interno del castello di Vulci.
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