[ Ссылка ] - La sessantesima edizione della Marcia della Pace Perugia-Assisi ha un significato ancora maggiore all'indomani dell'aggressione squadrista alla sede nazionale della Cgil. Ma questo è solo uno dei mille significati dell'evento nato a metà del secolo scorso per volontà di Aldo Capitini e che, in ogni edizione, assume nuove sfaccettature.
Con lo slogan "I care" - celebre motto di Don Milani- la partenza, come di consueto, dai giardini del Frontone in Borgo XX Giugno. L'arrivo, dopo 24 km di percorso, nel primo pomeriggio alla Rocca Maggiore di Assisi. Tantissimi gli intervenuti: gente comune e personaggi illustri: da Mimmo Lucano, il sindaco di Riace condannato per le vicende legate all'accoglienza dei migranti; il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, presente quasi tutti gli anni; il sindacalista Aboubakar Soumahoro.
Alla partenza, musiche e interventi di saluto. Mattarella ha inviato una lettera, il cardinale di Perugia - Città della Pieve Gualtiero Bassetti è intervenuto dal palco («Mi unisco spiritualmente alla vostra marcia, perché prendersi cura, chinarsi sugli altri, andare verso l’altro, risponde a un grido che da più parti sento levarsi») così la presidente Donatella Tesei, che ha espresso solidarietà alla Cgil per l'attacco di Roma; il sindaco di Perugia Andrea Romizi, che ha ricordato l'Imam Abdel Qader, morto di Covid; Sandro Pasquali, vicepresidente della Provincia di Perugia; Filippo Carlà Campa, Sindaco di Barbiana; Marco Mascia e gli studenti dell’Università di Padova; Amelia Rossi, del comitato promotore Marcia PerugiAssisi; Elena Belia e i giovani in servizio civile della Marcia PerugiAssisi.
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