31 MARZO 2022 SCIOPERO DEL PORTO DI 24 ORE CONTRO IL TRAFFICO DI ARMI
Presidio con blocco a ponte Etiopia dalle ore 6.00 alle 10.30. A seguire assemblea presso il CAP di via Albertazzi, 3r.
Il prezzo dei conflitti lo pagano i lavoratori con licenziamenti e carovita. Non un centesimo, un fucile o un soldato per la guerra. Blocchiamo i nostri porti dal traffico di armi.
In questi ultimi anni nel Porto di Genova, i lavoratori portuali si sono sempre mobilitati contro quelle navi che alimentano le guerre in ogni angolo del mondo trasportando armamenti verso conflitti sanguinosi. Da molti anni, le guerre mietono vittime in tutto il pianeta, i recenti avvenimenti in Ucraina hanno soltanto reso evidente come la forma guerra sia oramai diffusa non risparmiando neppure l’Europa. I nostri governi non trovano di meglio che alimentarla, soffiando sul fuoco, annunciando l’invio di nuove armi. Si assiste in questi giorni ad un continuo aumento della spesa militare, 2% del PIL, mentre la povertà cresce, il carovita e il costo stellare di bollette, carburanti, generi di prima necessità erodono salari e pensioni, il tutto dopo due anni di crisi pandemica dove non si è trovato un euro per le spese sanitarie. I Porti commerciali e turistici, anno dopo anno, sono diventati punti sensibili militari con conseguenti rischi per l'incolumità dei lavoratori e della cittadinanza. Le politiche del nostro governo e dell’Unione Europea , sempre a favore di interessi economici privati, stanno mandando la classe operaia al macello, verso un punto di non ritorno. Per vivere in pace serve la giustizia sociale. Occorre una politica che smetta di alimentare ingiustizie, che cominci a progettare un futuro diverso. Fermare le armi che transitano sui nostri scali è solo un passo. Solo le lotte dei lavoratori possono fermare una politica che alimenta ingiustizie e povertà, che alimenta i nazionalismi, che corre verso nuove e più sanguinose guerre. Per queste ragioni USB Lavoro Privato del Porto ha dichiarato 24 ore di sciopero il 31 marzo, in concomitanza con il transito di una nave Bahri col suo carico di armi. Dobbiamo allargare questa lotta, dobbiamo lottare per la pace, per i diritti di chi lavora, contro le scelte scellerate del Governo Draghi, per sconfiggere un sistema in crisi in cui a pagare sono sempre i più deboli.
Genova, 22 marzo 2022
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