Giobbe Covatta ancora giovane (36 anni) è l'interprete e l'autore del suo spettacolo PARABOLEIPERBOLI, col quale girò l'Italia nel 1992. La registrazione è avvenuta il 16 ottobre al teatro di Longiano e comincia con Giobbe nel backstage che presenta i suoi collaboratori mentre si prepara all'esibizione. L'entrata in scena corrisponde alla lettura di alcune “parabole cristiane rimaneggiate” nello stile che ha reso celebre Giobbe e l'efficacia comica sia nella scelta delle parole che nel modo in cui l'artista le interpreta è indubbia. Senza possedere un talento particolare, Giobbe fa leva sulla sua innata simpatia (ha sempre il sorriso dipinto sul volto) e sulla facilità nel trovare battute divertenti per offrire uno show semplice, spesso basato su gag non troppo fresche ma spassoso, che soffre di pochi momenti di stanca. Tra questi va segnalata una canzone in napoletano non sempre comprensibile e qualche passaggio a vuoto dovuto alla ripetizione della medesima battuta. Ma sono sottigliezze, se confrontate ai frequenti passaggi esilaranti. Sul palco la rilettura di alcuni estratti biblici si alterna a racconti risalenti all'infanzia ai quali Giobbe assomma agganci improvvisi alla realtà o parodie di celebri favole (Biancaneve in primis). Un paio di tirate contro il razzismo (un suo cavallo di battaglia che si concretizzerà in futuro in belle iniziative a favore di chi muore di fame in Africa) e un approccio umile e dimesso che piace. La regia teatrale è di Stefano Sarcinelli, quella televisiva di Massimo Martelli. A tratti eccellente.
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