Alcuni spezzoni di video e di foto dell'evento del 28 agosto. Oltre 4 ore di concerto tra poesia, musica, e un percorso iniziatico dall'inferno al paradiso accompagnati da una Nostos-Algia costante, la stessa che mi accompagna sempre dopo ogni concerto di Capossela, anche dopo averne visto una trentina il "nostos" è sempre lo stesso. Tra leviatani, Ulisse e Dante per dare voce ai canti di sofferenza e di speranza di contadini privati di un'identità individuale ma dotati di una eterna energia culturale e storica collettiva. Riproposizione di un epoca che non c'è più, ma è viva come memoria archetipica nelle popolazioni dell'osso appenninico, terre di mezzo senza sbocchi sul mare o città.
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