Pistola alla mano, dopo aver sfondato i vetri della porta di ingresso, fecero irruzione in una sala slot di Trani, aggredendo brutalmente il titolare e impossessandosi di 3500 euro in contanti. Due di loro, incastrati dalle telecamere di videosorveglianza e dal profilo "facebook", sono stati identificati e arrestati dai Carabinieri. Si tratta di due giovani incensurati di Bari, di 22 e 33 anni, accusati di rapina aggravata in concorso e lesioni personali. I fatti si riferiscono a un "colpo" compiuto il 14 gennaio scorso ai danni della sala scommesse "Bar Fadò" di Trani. In quattro, in piena notte, sfondarono la vetrata della porta di ingresso (come vediamo nelle immagini del sistema di videosorveglianza) e fecero irruzione nel locale. Armati di pistola malmenarono e minacciarono il titolare, poi svaligiarono la cassa e le slot machine. La drammatica sequenza della rapina, durata meno di un minuto e interamente ripresa dalle telecamere del circuito interno, fu studiata nei minimi dettagli. Uno dei malviventi, poco prima dell'irruzione, fingendosi un cliente entrò nel locale e si trattenne all'interno per un po' per studiare i movimenti delle persone presenti. Dopo il "sopralluogo", si riavvicinò alla sala scommesse, seguito da una Ford Fiesta scura che procedeva lentamente a fari spenti e dalla quale scesero tre individui incappucciati, che si nascosero dietro altre autovetture in sosta. Al successivo ingresso del finto cliente nel locale, i complici entrarono in azione, aggredendo il malcapitato, che ne ebbe per 25 giorni per una lussazione alla spalla. I rapinatori fecero razzia del denaro, circa 3500 euro, e poi fuggirono a tutta velocità a bordo della Fiesta. Nel corso delle successive indagini, i Carabinieri della Compagnia di Trani sono riusciti ad individuare due componenti della banda. All'identificazione del 33enne si è giunti attraverso accertamenti sulla targa dell'autovettura usata per la fuga, mentre il 22enne è stato identificato grazie ad alcune immagini ottenute dai profili facebook degli indagati. Ai due, che non hanno precedenti penali, sono stati concessi i domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico.
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