Saranno 50mila i tamponi rapidi antigenici che medici di base e pediatri avranno la possibilità di fare giornalmente ai propri pazienti. E' quanto stabilito dall'accordo tra alcune sigle sindacali di medici di base, come la Fimmg, e il governo. L'adesione, almeno per la regione Lazio sarà volontaria, perché in molti, soprattutto in una metropoli come la capitale, hanno sollevato il dubbio che i propri studi possano essere adatti a svolgere tamponi in sicurezza. "Rischiamo di diventare noi gli untori così facendo", denuncia Cristina Patrini, responsabile regionale Smi Lazio, una delle sigle che non hanno firmato l'accordo. "E quando dovremmo farli?", si chiede la dottoressa Marina Pace. E ancora: "Se su 10 pazienti 7 risultassero positivi cosa dovrei fare? Mettermi in isolamento? Chiudere lo studio e lasciare senza assistenza oltre 1000 pazienti?". E nemmeno ai condomini sembrerebbero andare così a genio questa opportunità: "Cosa diventerà il nostro palazzo? Un drive in?", si chiedono. .di Camilla Romana Bruno
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