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COLESTEROLO ALTO, I TRE PILASTRI PER COMBATTERLO
CONOSCERE IL PROPRIO PROFILO DI RISCHIO, FARE PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA E SEGUIRE CORRETTAMENTE LE TERAPIE
Avere elevati livelli di colesterolo LDL nel sangue è uno fra i principali fattori di rischio della malattia cardiovascolare aterosclerotica.
Da recenti studi emerge che l’Italia è fra i paesi in Europa con il peggior controllo dei valori dei lipidi, un dato che deve far riflettere su quanto sia importante intervenire, soprattutto su persone sane che devono essere informate e consapevoli delle azioni da intraprendere per prevenire eventi cardiovascolari maggiori come infarto o ictus.
Gli stili di vita sono certamente il primo fattore su cui intervenire, con una alimentazione sana e attività fisica ma non sempre questo è sufficiente e allora è necessario un intervento farmacologico, soprattutto per i pazienti ad alto rischio, ed è importante che i pazienti seguano correttamente la terapia.
Oggi l’analisi dei dati, così come lo sviluppo di algoritmi e piattaforme possono indirizzare verso nuovi modelli di valutazione del rischio per interventi volti a garantire equità di cura e appropriatezza di presa in carico.
Tutto questo al fine di migliorare i percorsi di prevenzione che possono anticipare i bisogni di salute della popolazione.
Si è parlato di tutto questo nell’ ambito dell’evento “Il paziente consapevole, nuovi modelli organizzativi in ambito cardiovascolare” nel corso del quale clinici e istituzioni hanno fatto il punto sulle azioni necessarie per il contrasto dell’ipercolesterolemia e delle malattie ad essa collegate.
Ne abbiamo parlato con:
Stefano Carugo, Direttore UOC Cardiologia Complessa del Policlinico di Milano
Alberico Luigi Catapano, Professore di Farmacologia, Università degli Studi di Milano
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