Il prof. Giovanni Cammarota (UOC Medicina Interna e Gastroenterologia ci parla della malattia da reflusso gastro-esofageo CEMAD Centro Malattie dell'Apparato Digerente del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS [ Ссылка ]
La malattia da reflusso gastro-esofageo è una patologia molto comune – circa il 20% della popolazione nei paesi occidentali soffre dei sintomi da reflusso gastr-oesoafageo – e il meccanismo alla base di tale condizione clinica è da ricercarsi nel reflusso di materiale prodotto nella cavità gastrica fin nell’esofago. Normalmente, questo reflusso è impedito dalla presenza di una valvola a livello della giunzione gastro-esofagea, che impedisce la risalita a queste sostanze, a questi liquidi intragastrici compreso l’acido. Quando però questo sistema valvolare non funziona, questa produzione acida intragastrica risale attraverso la valvola in esofago e sull’esofago può creare una sintomatologia e anche dei danni sulla mucosa esofagea, sul rivestimento dell’esofago. Quindi, i pazienti che hanno reflusso gastro-esofageo prima di tutto lamentano un bruciore retrostante, la cosiddetta pirosi retrosternale, e hanno un rigurgito di liquido a volte anche alimentare attraverso questo sistema valvolare che non funziona. Quindi la sintomatologia è di tipo prevalentemente retrosternale, bruciore, oltre al rigurgito. Altre volte, questo materiale refluito può raggiungere la zona alta dell’esofago e quindi andare a bloccare anche la laringe e creare una sintomatologia cosiddetta extra-intestinale, quindi con tosse, laringiti, calo della voce, tutti sintomi che in alcuni casi possono essere ricondotti alla malattia da reflusso gastro-esofageo. Cosa fare? Abbiamo una varietà di terapie che possono controllare la produzione acida intragastrica: prima di tutto abbiamo dei farmaci che inibiscono in maniera totale la secrezione acida gastrica ma ancora più importante, prima della terapia dobbiamo agire sui fattori di rischio che incrementano il reflusso gastro-esofageo. Quali sono i fattori di rischio? Sostanzialmente l’aumento della pressione intra-addominale, ad esempio un fattore di rischio importante è il sovrappeso corporeo che aumenta la pressione intra addominale e quindi favorisce per un fatto meccanismo il reflusso – attraverso quella valvola che non tiene – nell’esofago. Altro fattore di rischio importantissimo è l’alimentazione sbagliata, quindi troppo ricca di grassi – i grassi animali se introdotti in quantità smodata possono rallentare lo svuotamento gastrico – e un rallentamento dello svuotamento gastrico favorisce anch’esso la possibilità che questi alimenti possano risalire attraverso la valvola che non tiene. Altri fattori importanti sono il fumo, l’eccesso/abuso di alcool, alcuni alimenti che tipicamente possono peggiorare la condizione di reflusso quali la menta, la cioccolata, il pomodoro in quantità eccessive. La diagnosi della malattia da reflusso è molto semplice, molto spesso semplicemente un colloquio con il paziente permette al medico di risalire alla diagnosi e nella stragrande maggioranza dei pazienti non è necessario fare alcun tipo di esame. In alcuni casi, quando il reflusso data da molto tempo, oppure non risponde alle terapie, è necessario approfondire con alcune metodiche diagnostiche quali la gastroscopia, che può essere importante per intercettare degli eventuali danni che nel tempo il reflusso può aver causato sulla mucosa esofagea come erosioni, ulcerazioni o esofago di Barrett. Possono essere eseguiti anche altri esami diagnostici, come la PH-metria esofagea, che è una metodica che ci permette di misurare la quantità di acido che è risalita nell’esofago sempre attraverso la valvola che non funziona. Molto spesso, i pazienti ci chiedono come comportarsi con l’alimentazione: un primo consiglio, per esempio, è quello di non mettersi a letto o comunque coricarsi subito dopo aver mangiato, cioè dare il tempo allo stomaco di svuotarsi prima di mettersi in posizione supina, perché la posizione supina per un fatto meccanico favorirebbe il passaggio di questo materiale intra gastrico nell’esofago attraverso il sistema valvolare malfunzionante. Altra cosa che consigliamo, al di là di non mettersi in posizione supina dopo aver mangiato, è quella di fare la classica passeggiata del dopo pranzo o dopo cena, che può aiutare a favorire lo svuotamento e la progressione del bolo alimentare dello stomaco nell’intestino."
Ещё видео!