Milano (askanews) - I carabinieri hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 40 tra italiani, albanesi e romeni, accusati di far parte di un'organizzazione con base nel Pavese che sfruttava una settantina di ragazze romene e moldave tra i 18 e i 30 anni, costrette a prostituirsi lungo le strada, in appartamenti e in locali notturni sparsi in tutta Italia. Alcune di loro dovevano anche "recitare" in filmini hard del genere "scat", a cui partecipavano pagando facoltosi clienti provenienti da tutto il Paese e che arrivavano a spendere fino a 6mila euro a ragazza con cui girare scene di coprofilia e coprofagia. Questi particolari video pornografici venivano poi messi in vendita sul Web. Il 58enne "regista" girava questi film nel suo maneggio fallito a Cilavegna, nel Pavese, e ora risulta tra i 19 indagati a piede libero denunciati nel corso delle indagini, prosieguo dell'operazione "Alba nostra" che nel marzo 2013 aveva portato in carcere una quarantina di persone.
Minacciate e picchiate se manifestavano problemi o resistenze, nel periodo estivo le ragazze venivano spostate in appartamenti in note località della costa ligure e romagnola dove dovevano prostituirsi con i vacanzieri. Secondo i carabinieri di Vigevano e Pavia che hanno condotto le indagini, i proventi ottenuti con le ragazze venivano investiti nell'acquisto di stupefacenti che venivano poi rivenduti. Gli arresti sono stati eseguiti a Milano, Brescia, Lodi, Asti e Macerata ma anche in Belgio, Germania, Romania e Albania.
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