In un mondo sempre più connesso, capita spesso di sentir nominare la cosiddetta Intelligenza artificiale (Ia nella sigla italiana): avatar, chat, robot, analisi, dati e intelligenza; tutto questo fa parte delle molteplici possibilità che tale strumento, attraverso un sistema informatico artificiale che ottimizza delle funzioni e degli algoritmi matematici, è in grado di fornire per simulare l’intelletto umano.
E anche a Rovigo, nel pomeriggio di ieri e oggi, ci si confronta con questo tema: nella sede rodigina del dipartimento di giurisprudenza dell’università di Ferrara, a Palazzo Angeli, si è tenuto il primo tavolo di lavoro “Il regolamento Europeo sull’Ia: una prospettiva multidisciplinare”, un convegno di studi organizzato dall’ateneo ferrarese con il sostegno della Fondazione Cariparo.
Perché l’Unione Europea ha voluto dedicare molte energie per questo tema? Perché è stata necessaria una regolamentazione sull’Ia? Sono alcune delle domande che si sono affrontate per cercare di inquadrare e snocciolare, dal diritto alla giustizia, la necessità di una regolamentazione condivisa che mira ad affrontare i rischi che questo mezzo provoca, unitamente alle sue innumerevoli possibilità di impiego in diversi settori.
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