Anche questa montagna, (come del resto tante altre superiori ai duemila metri dell´Appennino) è rimasta sconosciuta alla gran parte degli escursionisti, è grazie alla propaganda fatta dal Club 2000 m che qualcuno ha iniziato a frequentarla. Dal centro di Pietracamela si continua in auto verso Prati di Tivo, usciti dall´abitato si incontra subito un incrocio con una strada che proviene da monte (destra), si imbocca questa via che procede in netta salita, dopo poche centinaia di metri si restringe e diviene cementata, scende ripida per qualche decina di metri e risale sempre ripidamente fino a uno spiazzo dove più avanti non si può andare, qui si parcheggia (località Sopratore quota 1075 m, punto abitato più alto del paese, c´è un grosso torrione di roccia usato come palestra d´arrampicata). Parcheggiata l´auto, a piedi si continua per pochi metri in piano, direzione Sud, lungo lo stradino che scende nella Valle del Rio Arno. A un incrocio, poco prima che la via principale diviene sterrata e inizia a perdere quota, si imbocca a sinistra uno stradino cementato che sale in direzione Est, fatti pochi metri lo si abbandona per prendere a destra un´evidente mulattiera che si inerpica a svolte sul pendio soprastante e poi continua dritta e in piano in direzione Sud, passa accanto a un immagine sacra dove c´è un´ottima sorgente e più avanti si ricollega alla sterrata lasciata subito dopo l´inizio dell´escursione. Si continua su questa via fino a quota 1125 m dove sulla destra si stacca un sentiero che dobbiamo prendere, vicino c´è un´altra immagine sacra, si scende verso il torrente e lo si attraversa su un ponticello a quota 1160 m. Si sale ora a svolte in direzione Ovest verso la località Giunchiera per poi piegare verso Sud-Ovest fino a giungere su una radura dove, di fronte (Sud), abbiamo il boscoso Cimale dell´Asino (che in realtà è la fine del costone Nord del gruppo montuoso Intermesoli-Picco Pio XI-Vetta Settentrionale d´Intermesoli-Picco dei Caprai). Qui, a quota 1361 m si abbandona il sentiero segnato che piega verso destra (Ovest) e si continua su una traccia non molto evidente che continua in direzione Sud aggirando il Cimale dell´Asino dal versante Occidentale (destra). Se non si trova subito il sentiero salire verso Sud-Est nel bosco (non perdere quota verso destra), ritrovata la traccia che qui è molto marcata si procede sempre in direzione Sud e sempre in leggera salita fino a sbucare in una grossa radura (quota 1460 m) Prato Tondo. Qui il sentiero si perde di nuovo, bisogna costeggiare gli alberi di destra salendo in direzione Ovest fino a quota 1500 m dove, nel bosco, si ritrova la traccia che piega leggermente verso destra (Ovest, Sud-Ovest), rimane più o meno a quota costante, attraversa alcune vallette poco marcate, passa alla base di uno sperone roccioso e pietroso e in fine scende in una valletta a quota 1482 m (piccolo omino di pietra), se si prosegue, per errore, ancora avanti nel bosco a mezza costa si incontra un vallone stretto e marcato, riportato molto bene sulla cartina escursionistica. Da quota 1482 m si risale la valletta in direzione Sud (il sentiero in questo tratto non è molto evidente) fino a uscire dal bosco in una radura scoscesa dominata dall´enorme sperone di rocce e ghiaie che scende dalla Vetta Settentrionale d´Intermesoli, quota 1540 m. Si piega a sinistra in direzione Sud-Est e si giunge presso una sorgente che sgorga dallo sperone, quota 1562 m, (ottima acqua per dissetarsi e riempire le borracce). Il sentiero dalla fonte in poi ritorna ad essere evidente, sempre nella stessa direzione, rientra nel bosco a quota 1600 m per uscirne definitivamente a 1700 m, in fine, si sale ripidamente a svolte il pendio Nord del Picco dei Caprai 1947 m che si raggiunge dopo aver superato una morena e un´ampia valle piena di enormi massi e pietrai trasportati qui da un antico ghiacciaio. Superato un altro gradone morenico, costituito da un pendio erboso, si tocca quota 2040 m da dove ci si affaccia sulla Conca del Sambuco col suo nevaio protetto dalla grande parete Nord-Est del Pizzo d´Intermesoli, dalla Vetta Settentrionale d´Intermesoli e dal Picco Pio XI. Dalla morena della Conca del Sambuco si nota a sinistra un ripido costone alto circa 300 m, è questo che dobbiamo risalire per raggiungere il Picco Pio XI. Il costone è in parte pietroso e in parte erboso, senza problemi si raggiunge la cima dove si trova una piccola targa commemorativa che recita: il 25-09-1929 questo Picco veniva chiamato Pio XI in onore del Papa alpinista. Il 25-09-2004, a 75 anni da quella data e dalla fondazione dell´Opera Salesiana Pio XI in Roma, un gruppo di salesiani e giovani ha raggiunto la cima per ricordare i due eventi e porre una targa commemorativa.
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