Dopo aver seminato morte e distruzione nei Caraibi e nell'America centrale, l'uragano Beryl ha toccato terra negli Stati Uniti, causando almeno otto morti, di cui sette in Texas e uno nella Louisiana. Il bilancio complessivo, contando anche le vittime negli Stati insulari caraibici, ammonta ora ad almeno 18 morti, ma si tratta probabilmente di una cifra più bassa rispetto a quella reale, anche a causa delle notizie frammentarie che continuano ad arrivare dai Paesi più colpiti anche diversi giorni dopo il passaggio dell'uragano.
Nonostante l'uragano, appena prima di raggiungere il Sud del Texas, fosse stato declassato a tempesta tropicale, i suoi effetti sono stati devastanti. Beryl ha toccato terra portando venti fino a 150 km/h, perdendo potenza nel suo percorso verso Nord-Est ma causando danni incalcolabili e vittime. Tutto questo negli Stati Uniti, ed è difficile anche solo immaginare cosa abbia potuto provocare nei Caraibi, quando aveva raggiunto la categoria 5, quella che indica la potenza massima, appena 24 ore dopo la sua formazione.
Degli otto morti accertati finora negli Stati Uniti, quattro risiedevano nell'area di Houston e tre sono stati uccisi per la caduta di alcuni alberi. Nella giornata di martedì 9 luglio, Beryl ha raggiunto anche altri Stati, come l'Oklahoma e l'Arkansas, e nelle prossime ore dovrebbe raggiungere anche il Kansas, il Missouri, l'Illinois e l'Indiana. I danni maggiori, comunque, sono tutti concentrati tra il Texas e la Louisiana: inondazioni, danni a edifici e infrastrutture, migliaia di alberi caduti e quasi tre milioni di utenze rimaste senza elettricità. Inevitabile, ovviamente, che una situazione così delicata si sia ripercossa sui trasporti, a cominciare dal traffico aereo, con migliaia di voli cancellati in meno di 48 ore in tutti gli aeroporti dei due Stati più colpiti.
La situazione in Texas e Louisiana sta migliorando, seppur lentamente, con il passare delle ore, mentre resta la preoccupazione per gli Stati più a Nord che saranno coinvolti dal passaggio dell'uragano. Al momento, dopo le evacuazioni scattate in extremis nelle zone più colpite, la priorità è continuare a mettere in sicurezza la popolazione e ripristinare l'energia elettrica e le comunicazioni. Beryl, al suo passaggio, non ha portato solo venti molto forti, ma ha formato alcuni piccoli tornado che hanno ulteriormente devastato i territori.
Nelle zone dove l'uragano è già passato, ci sono vastissime aree ancora completamente alluvionate e diversi centri abitati isolati. Mai, prima d'ora, era stato osservato tra giugno e luglio, quindi in una fase iniziale della stagione degli uragani, un uragano così rapido nel raggiungere la massima potenza possibile. Fenomeni del genere, infatti, sono tipici soprattutto del momento più intenso della stagione degli uragani, quello compreso tra agosto e settembre. Climatologi e altri ricercatori sono certi che queste anomalie dipendano dall'effetto combinato di El Niño, fenomeno ciclico e naturale ma in esaurimento, e del cambiamento climatico di origine antropica.
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