Stefano Parisi, candidato a sindaco di Milano per il centrodestra, ha chiuso la sua campagna elettorale allo store Replay di piazza Gae Aulenti a causa del maltempo. Proprio gli acquazzoni degli ultimi giorni su Milano, con i milanesi alle prese con i disagi per le strade allagate, potrebbero indirettamente favorirlo. Lui però glissa e accusa il governo per la scelta della data del voto: "Purtroppo è una brutta data, se avremo una bassa affluenza è un peccato, ma la responsabilità è del governo. Se si votava il 15 maggio come abbiamo proposto avremmo avuto una grande giornata democratica". Parisi ha ribadito l'importanza della partita elettorale di Milano anche in chiave elettorale: "Quello che si vede a Milano succederà in tutta Italia. L'unità che si è realizzata qui è già l'unità del centrodestra. Lo posso dire ancora prima delle elezioni: abbiamo rigenerato una forza politica importante per l'Italia". A chi lo accusa di essere un "turista" a Milano ribatte con ironia: "Il Pd mi dice sempre il 'romano' Parisi. Ho detto al Pd: ma siete razzisti? Milano è una città molto inclusiva". Infine, sull'ipotesi ballottaggio: "Parliamo a tutti i milanesi che hanno voglia di cambiare, non ci rivolgiamo soltanto agli elettori di centrodestra. Tutti coloro che hanno votato agli altri partiti guarderanno a noi come il cambiamento". Dall'altra parte, secondo Parisi, c'è un Sala che "non è neanche espressione di Renzi, perché ha all'interno una componente radicale che è contro il governo Renzi".
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