Anno C: SOFFIO CHE ARDE E PURIFICA
At 2,1-11
Rm 8,8-17
Gv 14,15-16.23-26
Qualcosa discese su di noi, qualcosa cadde dall'alto: un’invisibile pienezza di ardore e di forza: Cadde in un turbine di vento bruciante e aleggiò nella sala, simile a un uccello le cui ali sfiorassero i nostri volti intimorendoci col solo fruscio, ma il cui volo fosse pacifico e sicuro. Tracciò invisibili cerchi intorno a noi, si abbassò sempre più e finalmente si posò sulle nostre teste. Avrebbe potuto incenerirci, ma non lo fece. Lingue di fuoco turbinarono nell'aria fermandosi infine sulle nostre fronti, penetrando nelle profondità del nostro pensiero. Questo soffio si introdusse in noi, bruciando le nostre labbra, come il carbone ardente bruciò la bocca di Isaia, e raggiungendo il cuore e il cervello. La forza che era discesa su di noi ci lacerava nonostante la sua soavità. Se fosse rimasta più a lungo su di noi avremmo cessato di esistere. Il suo contatto ci liberava dai legami della nostra propria volontà. Ancora un momento, e noi saremmo diventati fiamme trasvolanti nell'aria, ma questo soffio possente e terrificante si era già allontanato da noi. Ci aveva toccati con la carezza capace di trasformare un pugno di argilla in un corpo vivente, e poi era sparito. Tuttavia, ci aveva completamente trasformati; noi racchiudevamo ormai in noi un fuoco capace di infiammare il mondo. C'era una impazienza di agire, una energia nuova. Jan Dobraczynski, Lettere di Nicodemo, La vita di Gesù, Ventiquattresima lettera, p. 377, Reprints, Morcelliana, 1984. Sono le eloquenti righe di un grande autore polacco, autore di altri romanzi sacri, - quali L'ombra del padre e L’invincibile armata - ad introdurre la nostra meditazione sull'odierna solennità della Pentecoste. Il bel brano che abbiamo citato ci dice qualcosa di ciò che accadde in quello stupendo giorno. L'orazione Colletta di oggi chiede al Padre: "Diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo." Con queste parole oggi noi dovremmo pregare! Ancora oggi lo Spirito Santo agisce nella Sua Chiesa e crea dei grandi testimoni. E' nota a tutti la vicenda di alcuni anni fa la vicenda delle sei Suore delle Poverelle morte nello Zaire per il terribile morbo di Ebola. La loro morte è stata capace di sensibilizzare tutto il mondo sulla epidemia che anni fa aveva colpito quel Paese senza minimamente destare preoccupazione alla popolazione mondiale. Lo Spirito Santo agisce oggi attraverso uomini e donne che vengono innalzati alla santità, dalle frequenti canonizzazioni che il Santo Padre compie. Il Paraclito ha agito nella nostra terra anche attraverso l'opera dei santi bergomensi.... Quanti segni dello Spirito. Le persone di cui abbiamo parlato si sono sforzate di trasformare in vita l'odierno Vangelo: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre." E' inutile pregare lo Spirito Santo se non osserviamo i dieci comandamenti. E' la loro osservanza che dà la possibilità allo Spirito di venire ad abitare in noi. E' l'osservanza soprattutto del comandamento dell'amore a "far posto allo Spirito in noi". Ma noi non sappiamo più chi è lo Spirito Santo... la nostra fede ci propone la fede in un Dio in tre persone, Trinità. Ogni volta che nella nostra vita spirituale ignoriamo lo Spirito Santo rischiamo di non essere cristiani. Il nostro rivolgerci a Dio non può ignorare lo Spirito, assecondando il nostro gusto, al Padre o a Gesù, dimenticando lo Spirito Santo. La nostra preghiera deve essere trinitaria. Ricordiamoci che il Primo Mistero Principale della fede ci dice che Dio è Trinità. Ma quanti sono i Misteri Principali delle fede? Che cosa sono? Purtroppo non lo sappiamo più e stiamo diventando dei "pagani anonimi", degli atei che ritengono di essere cristiani, ma che con i fatti vivono una vita agnostica perché non sono più in grado di conoscere il contenuto della propria fede. “Veni Sancte Spiritus, et emitte caelitus lucis tuae radium".
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