Venezia, Basilica di San Marco ufficialmente Cattedrale Patriarcale Metropolitana
Concerto di 5 campane in La2 (Fratelli Barigozzi 1909; La2 Domenico dalla Venezia 1819)
Registrazione audio del plenum
La prima chiesa di San Marco fu costruita accanto al Palazzo Ducale nell'820, in sostituzione della cappella di San Teodoro, per ospitare le reliquie dell'evangelista trafugate ad Alessandria d'Egitto da due mercanti veneziani. A questo secolo risale il primo campanile di San Marco, utilizzato in origine come torre di vedetta. La primitiva chiesa venne sostituita da un edificio più ampio, distrutto dalle fiamme durante la rivolta del 976, e nuovamente ricostruita nel 978. La basilica attuale risale a un progetto del 1063, il quale ricalcava piuttosto fedelmente l'impianto del vecchio edificio, ispirato all'antica basilica dei Santi Apostoli a Costantinopoli. La consacrazione avvenne nel 1094, il medesimo anno del ritrovamento miracoloso del corpo di san Marco, nascosto anticamente in un pilastro della basilica. La splendida decorazione interna a mosaici dorati venne completata verso la fine del XII secolo; entro la prima metà del secolo successivo fu edificato un ampio atrio che circondava tutto il braccio occidentale, in modo da gettar le basi per la realizzazione di una facciata. Un grave incendio devastò la basilica nel 1231. Il campanile venne rimaneggiato durante il XIV secolo, imitando le forme della torre di San Mercuriale a Forlì. Nel corso dei secoli la basilica si era arricchita di fregi, marmi e ori portati dalle navi dei mercanti che arrivavano da oriente, specialmente dopo il sacco di Costantinopoli del 1204, durante la Quarta Crociata. L'aspetto esterno della basilica venne definito solo nel XV secolo, al termine della decorazione della facciata; l'interno poté dirsi completo solamente nel 16017, dopo la sistemazione degli altari della Cappella di Sant'Isidoro e della Cappella Zen. Le gallerie interne fornirono l'ispirazione per lo sviluppo del celebre stile corale veneziano di Andrea e Giovanni Gabrieli, ai quali si attribuisce l'introduzione degli strumenti nella musica sacra della Cappella Marciana. Nel frattempo il campanile di San Marco venne gravemente colpito da un terremoto nel marzo 1511, rendendo necessaria un'opera di consolidamento. In questo periodo fu rifatta la cella campanaria, sormontata da una slanciata cuspide in bronzo per rendere la torre visibile dal mare. I lavori vennero completati il 6 luglio 1513 con la posa della statua dorata dell'arcangelo Gabriele. Nel 1609 Galileo Galilei utilizzò la torre per fare una dimostrazione del suo cannocchiale. Nei secoli successivi vennero fatti numerosi interventi per riparare i danni causati dai fulmini, poiché il campanile era diventato un parafulmine naturale vista la sua imponente altezza. Importanti lavori vennero eseguiti il giorno seguente il 13 aprile 1745, quando l'ennesimo fulmine aveva provocato uno squarcio della muratura causando alcuni morti. Nel 1776 il campanile venne dotato di un parafulmine. Essendo chiesa di stato, la basilica era retta dal doge, che nominava il clero guidato dal primicerio, mentre il patriarca aveva la sua cattedra presso San Pietro di Castello. La chiesa, affidata alla magistratura della Repubblica Serenissima, venne elevata a cattedrale patriarcale solo dal 1807. Nel 1820 il fonditore Domenico dalla Venezia montò sul campanile un nuovo concerto di cinque campane, fuse in sostituzione delle precedenti ormai inservibili. Il 14 luglio 1902, in seguito ad alcuni interventi maldestri sul paramento murario esterno, effettuati all'insaputa della fabbrica della basilica, venne segnalata la presenza di una pericolosa fenditura sulla parete nord del campanile, che ne provocò il rovinoso crollo quella mattina alle ore 9.47. Non ci furono vittime; il consiglio comunale, riunito d'urgenza in serata, ne deliberò la ricostruzione immediata dov'era e com'era. I lavori durarono fino al 6 marzo 1912 e il nuovo campanile fu inaugurato il 25 aprile, festa di san Marco. Nel crollo del 1902 si salvò solo la campana maggiore, erede della famosa Marangona; le altre campane, irrimediabilmente danneggiate durante il crollo, furono rifuse ricavando i calchi da alcuni frammenti. Le nuove campane vennero donate da papa Pio X, già patriarca di Venezia, e realizzate dalla fonderia Barigozzi di Milano sull'isola di Sant'Elena. I nomi delle campane sono legati alle occasioni in cui venivano utilizzate: la Marangona annunciava l'inizio e la fine del lavoro dei marangoni e le sedute del Consiglio; la Nona segna il mezzogiorno; la Trottiera dava il secondo segnale ai nobili del Consiglio, che lanciavano al trotto i cavalli; la Pregadi annunciava le riunioni del Senato; la Renghiera annunciava le esecuzioni.
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