La Sedicesima edizione di ICAR, l'Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, ha aperto le sue porte a Roma, richiamando oltre 1000 partecipanti tra specialisti, ricercatori, operatori sanitari e volontari. Questo evento si conferma un punto di riferimento cruciale per la comunità scientifica e il mondo delle associazioni, affrontando temi fondamentali come HIV, AIDS, epatiti e altre infezioni trasmissibili.
L'inaugurazione della giornata ha visto un momento di grande rilievo dedicato alla PrEP (profilassi pre-esposizione), evidenziando la sua efficacia nella riduzione delle nuove infezioni da HIV in Europa. Si è sottolineata l'importanza di trattare tutte le persone con HIV per mantenere una situazione di non rilevabilità del virus, un passo essenziale verso l'eradicazione dell'infezione in assenza di un vaccino.
Durante la conferenza, è emerso con forza il tema delle nuove terapie per l'HIV, sempre più maneggevoli e con modalità di somministrazione prolungata, migliorando la qualità della vita delle persone affette e riducendo lo stigma e la discriminazione. Inoltre, si è discusso della prevenzione del COVID-19 nei pazienti fragili, come quelli oncoematologici, che necessitano di particolare attenzione e supporto.
Un altro tema principale trattato è stato la necessità di approvare la Long-acting PrEP, già riconosciuta dall'EMA, che offre una copertura fino a un anno. Tre studi italiani hanno evidenziato l'importanza di questa nuova modalità di somministrazione per superare le attuali criticità nell'accesso e nell'aderenza alla PrEP.
Per promuovere la diffusione della PrEP in Italia, è essenziale aumentare l'informazione a livello generale e creare strutture idonee sul territorio. Sebbene la rimborsabilità della PrEP rappresenti un grande passo avanti, persistono ostacoli burocratici e disparità regionali che limitano l'accesso universale. La conferenza ha messo in luce come le persone più vulnerabili, come i migranti e le persone transgender, affrontino difficoltà significative per accedere a questa fondamentale misura di prevenzione.
Si è discusso anche dell'importanza dell'integrazione sociosanitaria, con un focus sui centri ospedalieri e le associazioni Community Based, che giocano un ruolo cruciale nell'accesso alla PrEP. L'obiettivo è garantire un accesso universale e senza barriere, rendendo possibile un futuro in cui la prevenzione dell'HIV sia alla portata di tutti.
ICAR 2024 ha ribadito la necessità di un'informazione capillare e di un accesso garantito alla PrEP, in particolare con l'introduzione di farmaci Long-acting che rappresentano il futuro della prevenzione. La conferenza ha quindi posto le basi per un impegno continuo verso l'eradicazione dell'HIV, migliorando le strategie di prevenzione e cura a livello nazionale e internazionale.
Interviste a: Prof.ssa Antonella Cingolani, Ricercatore Malattie infettive, Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Roma; Pro. Massimo Andreoni Direttore scientifico SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali; Dott.ssa Silvia Nozza, infettivologia, Ospedale San Raffaele, Milano; Massimo Farinella, Responsabile Salute Circolo Mario Mieli e CoPresidente ICAR.
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Digitale terrestre: Canale nazionale 221 Pianeta Salute TV
(00:00) - Apertura della 16a Edizione di ICAR
(00:43) - Discussione sulla PrEP e la sua Efficacia
(01:19) - Importanza della Non Rilevabilità nell'HIV
(01:53) - Nuove Terapie per HIV
(02:38) - Prevenzione COVID nei Pazienti Fragili
(03:14) - Necessità di Long-acting PrEP
(04:22) - Implementazione delle Strutture per la PrEP
(07:17) - Ostacoli e Barriere all'Accesso Universale alla PrEP
(09:04) - Integrazione Sociosanitaria e Accesso alla PrEP
(10:19) - Informazione e Accesso Universale alla PrEP
