Ivano Dionigi, intervistato in occasione della X edizione del Festival della Saggistica Passaggi, che si è tenuta a Fano (PU), dal 18 al 26 giugno 2022, parla del suo saggio, "Benedetta parola. La rivincita del tempo", pubblicato nel 2022 dall’editore Il Mulino.
Viviamo in un’epoca paradossale perché a fronte della moltiplicazione dei media rischiamo di capirci sempre di meno, a fronte dell’aumentare dei problemi di ogni tipo operiamo un impoverimento del lessico.
Il patto di catoniana memoria tra le parole e le cose, per cui le parole dovevano illuminare le cose, sembra essersi rotto e le parole oggi seguono una sorta di sciagurata autonomia rispetto alle cose. Di qui il bisogno di una vera e propria ecologia linguistica.
Assistiamo di continuo al fraintendimento di parole che ritenevamo inalterabili come padre, madre, figlio, che sono in balia della tecnica.
Gorgia diceva che la parola è un potente sovrano al quale tutto è possibile, anche riscattare la donna più screditata dell’antichità, Elena. La parola può tutto, è un farmaco, termine ambivalente che significa medicina e veleno nello stesso tempo. La parola è salvifica, redentrice, ma anche dannatrice, simbolica in quanto unisce, diabolica in quanto divide.
Il saggio Benedetta parola ha come sottotitolo “la rivincita del tempo”, perché la parola è un fenomeno storico e sociale. Oggi il tempo è divorato dallo spazio e lo spazio è qualcosa di superficiale, mentre il tempo indica profondità. Inoltre la parola è collegata al tempo perché noi siamo la parola, benedetta e maledetta, potente e fragile, legata ai padri, ma che ci proietta verso il destino dei figli.
Oggi abbiamo bisogno di riscoprire la parola, che deve rivelare la cosa, mentre sta avvenendo il contrario, cioè noi oggi trucchiamo la realtà con parole finte. Il mercato nero è una realtà brutta e allora la chiamiamo economia sommersa, la disoccupazione cerchiamo di abbellirla chiamandola flessibilità. Questo stupro della parola ha invaso anche il livello istituzionale: le parole dignità, pace e politica sono le parole più belle, ma la politica è stata ridotta a contratto, la pace a condono fiscale, la dignità ad un decreto.
L'espressione "distanziamento sociale" purtroppo non è un lapsus, ma qualcosa che ci deve far riflettere, perché appartiene al nuovo mondo della comunicazione, per cui siamo tutti protesi verso l’immunità e colpiamo la cuore la comunità con il distanziamento, rimanendo in balia della tecnologia.
Ivano Dionigi ha insegnato Lingua e Letteratura latina ed è direttore del Centro studi “La permanenza del classico” presso l’Università di Bologna. Attualmente Presidente del Consorzio Almalaurea, è stato Magnifico Rettore dell’Università di Bologna dal 2009 al 2015. Presidente della Pontificia Accademia di Latinità, dirige la rivista “Latinitas”; siede nel comitato scientifico redazionale di prestigiose riviste internazionali ed è membro effettivo di centri studi e accademie. La sua ricerca si è orientata su molteplici versanti; recentemente ha lavorato sulla fortuna dei classici nella letteratura e nella cultura italiana moderna e contemporanea, fornendo anche traduzioni d’autore, in particolare di Lucrezio e Seneca. Tra le sue pubblicazioni: Lucrezio, De rerum natura (Milano 1990); Poeti tradotti e traduttori poeti (Bologna 2004); Lucrezio. Le parole e le cose (Bologna 2005); Il presente non basta. La lezione del latino (Milano 2016); Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio, Seneca e noi (Roma-Bari 2018); Osa sapere. Contro la paura e l’ignoranza (Milano 2019); Parole che allungano la vita. Pensieri per il nostro tempo (Milano 2020); Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno (Roma-Bari 2020).
Benedetta parola. La rivincita del tempo — Ivano Dionigi🏺
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