Oggi in Consiglio Regionale si è svolta l'ennesima pantomima.
Il Consigliere Giovine, condannato in appello per le firme false raccolte a sostegno della sua lista "Pensionati per Cota", aveva intenzione di tenere in scacco il Consiglio Regionale sulla votazione della proposta di legge per la riduzione dei Consiglieri da 60 a 50 e degli Assessori da 14 a 11, norma richiesta dall'allora Governo Berlusconi con l'art. 14 della legge 148/2011.
Il Presidente Cota ha battuto platealmente i pugni sul tavolo, affermando di volere Giovine fuori dalla maggioranza. Ma chi l'ha messo lì dentro? Con i 27 mila voti raccolti dalla lista di Giovine, infatti, Cota ha guadagnato la poltrona di Presidente e ci sembra francamente risibile che si accorga solo oggi della particolarità dell'alleato, già sottoposto a processo per lo stesso reato nella scorsa legislatura (poi prescritto).
Tutto risolto poi in una Capigruppo al volo, dietro la quale si celano le "compensazioni" che Giovine riceverà probabilmente nei prossimi mesi, magari anche solo come copertura politica. Anche perché rimane ancora aperta la vicenda dei ricorsi della Bresso e il punto interrogativo sul ricorso che Giovine dovrebbe presentare in Cassazione per rinviare il più possibile il pronunciamento del TAR Piemonte sulla validità dell'elezione di Cota. Se il TAR Piemonte dovesse riconoscere valore amministrativo alla sentenza penale, potrebbe mandare tutti a casa anticipatamente ed è meglio rinviare questa evenienza il più in là possibile.
La cosa simpatica che la Procura ha aperto un fascicolo per le firme false di una lista anche del centro-sinistra di Bresso. Insomma ancora una volta il motto destra=sinistra calza a pennello. Per questo il nostro auspicio è che presto si apra una nuova pagina di sana politica anche perché non è più accettabile essere amministrati da persone tali. O sbaglio?
Il taglio odierno dei Consiglieri infatti può garantire sì una reale riduzione dei costi, ma non il peso economico di ogni singolo consigliere (lasciandolo sempre un ruolo ambitissimo capace di garantire un minimo di 500 mila € in 5 anni più pensione di 2700 €, tale da scatenare le guerre per le preferenze laddove esistono) e nemmeno un miglioramento del personale politico né del suo comportamento. Noi continuiamo a dire infatti che bisogna adoperarsi per tagliare realmente là dove serve e cioè gli stipendi dei Consiglieri, per far sì che la politica torni ad essere fatta per passione e non per interesse, e che sia messo un limite di due legislature per tutti. In più servono regole ferree sull'utilizzo dei soldi pubblici e l'assunzione di personale.
Le nostre proposte, bocciate ieri dal Consiglio, andavano proprio in questa direzione. Aspettiamo il nuovo tavolo di concertazione di lunedì prossimo e vedremo se ancora una volta la casta si autoassolverà o meno.
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