A Fieracavalli si pone l'accento anche sui numerosi progetti che coinvolgono il cavallo come conduttore verso l'inclusione sociale.
E' il caso del bel progetto che vede coinvolti la casa circondariale di Montorio (VR) - che da anni collabora con la Fiera - e il Carcere di Opera - pioniere nell'ambito di progetti di inclusione legati al cavallo.
Oggi, oltre alle dimostrazioni del corso di Arte Equestre con i detenuti di Montorio, è stata l'occasione per fare sistema tra realtà che condividono valori e obiettivi verso l'inclusione e raccogliere testimonianze che riassumono l'importanza di Iniziative come questa. René Farina, giovane detenuto della Casa Circondariale di Montorio, ha commentato con emozione la sua esperienza: “Avevo paura di avvicinarmi ai cavalli invece adesso li adoro” – racconta René - “quando ci chiedono cos’è la libertà non sai mai cosa dire, ma quello che provi salendo sul cavallo ci si avvicina molto, ti senti libero veramente!”.
Maria Grazia Bregoli - direttrice del carcere di Montorio - e Giuseppe Gandini - responsabile progetto mascalcia del carcere di Opera - hanno invece ribadito l'importanza del ritorno in società per i detenuti e quanto sia stato anche per loro una sorpresa vedere negli anni i risultati che può dare il rapporto con il cavallo ed il mondo del lavoro ad esso connesso. "Il maniscalco è un mestiere che in Italia ha sempre più bisogno di persone specializzate e può diventare quindi una straordinaria occasione di reinserimento per i detenuti." conclude Gandini.
Le dimostrazione delle abilità che i detenuti hanno acquisito durante il corso sono in programma tutti i giorni di Fieracavalli fino a domenica 7, nel Padiglione 1 e nell’Area esterna A.
Ещё видео!